«Diego non c'entra»

Omicidio di Martinengo, Caryl Menghetti: «Erano paure mie, stavo male, ero terrorizzata»

In aula la donna che uccise il marito spiega il suo timore nei confronti di pedofili. Non c'erano motivi diretti o pericoli concreti

Omicidio di Martinengo, Caryl Menghetti: «Erano paure mie, stavo male, ero terrorizzata»
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Il pensiero era suo, le paure le sue, il timore dei pedofili nella sua testa. Così Caryl Menghetti ha spiegato nell'aula del Tribunale di Bergamo l'ossessione che alla bambina potesse succedere qualcosa di brutto, tanto da arrivare a uccidere il marito il 26 gennaio 2024 nella loro casa di Martinengo. Di quella sera, momento nel quale è stata giudicata incapace di intendere e di volere, non ricorda nulla.

«Stavo male»

Ricorda invece come era iniziata quella giornata. Già ricoverata in psichiatria nel 2020 a Treviglio, anche ai tempi per la sua ossessione con la pedofilia, era ancora in cura e quel giorno si era recata in ospedale. Secondo quanto riportato dal Corriere Bergamo avrebbe spiegato: «Diego non c'entrava niente, erano paure mie. Stavo male, ero terrorizzata. Mi ricordo fino al ricovero, volevo rimanere ricoverata perché non mi sentivo bene, l'ho detto a mio marito, che però ha firmato per portarmi a casa».

Rapporto incrinato

In quel momento il rapporto tra i due, che si erano conosciuti nel 2005 per poi sposarsi nel 2009 e avere la figlia nel 2018, non era idilliaco. Sempre secondo quanto riportato in aula erano in corso liti di carattere economico e lavorativo. Se nel primo episodio psichiatrico nel 2020 le paure per la bambina, in particolare nei confronti dei pedofili, erano generali, nella seconda crisi è arrivata a traslarle sul marito.

Le molestie da bambina

Su questo il perito Sergio Monchieri spiega: «Prova un senso di colpa per la perdita del marito, ma nutre ancora delle perplessità di come non sia stato capace di difendersi». L'esperto ha inoltre riferito un racconto di Caryl mai emerso prima: ha detto di aver subito delle molestie fisiche e poi morali, che aveva rimosso. Nessuno, nemmeno la famiglia, ne sapeva nulla.

Attualmente, Menghetti si trova nella residenza di Castiglione delle Stiviere e lei stessa non se la sente di uscire di lì e passare in una  comunità protetta dove l'assistenza sanitaria saerebbe di otto ore al posto che di ventiquattro.

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