Vale la pena di farsi quattro ore di camminata per raggiungere il rifugio Tagliaferri
La zona in cui si trova è tutelata dalla riserva faunistico venatoria Valbelviso-Barbellino ed è ricchissima di flora e fauna

di Angelo Corna
Il rifugio Nani Tagliaferri si erge nel cuore della selvaggia della Val di Scalve, a 2.328 metri di altitudine. Tappa intermedia del famoso Itinerario Naturalistico Antonio Curò, posto esattamente a metà strada tra quest’ultimo e il Passo del Vivione, si trova incastonato in un ambiente unico e selvaggio. La zona è tutelata dalla riserva faunistico venatoria Valbelviso-Barbellino ed è ricchissima di flora e fauna.
Raggiungere il Tagliaferri non è per tutti: qualunque sia l’itinerario scelto, ci attendono quasi quattro ore di cammino. Solo chi non teme chilometri e dislivello può intraprendere questa escursione che, passo dopo passo, ci porterà fino al cuore della Val di Scalve.
Il percorso classico trova la sua partenza dalla frazione Ronco di Schilpario ed è marchiato dal segnavia Cai 413. Il sentiero sale lungo un'antica mulattiera militare, costeggiando la Valle del Vò fino alle cascate omonime, visibili con una breve deviazione.




Tornati sui nostri passi, si continua fino a raggiungere i 1.600 metri di quota, per oltrepassare con l'ausilio di un ponte di legno il torrente e risalire fino alla conca prativa di “Venano di Sopra”. In costante salita, si prosegue lungo il sentiero, sempre ben segnalato, per poi raggiungere finalmente il Rifugio Nani Tagliaferri. Il percorso può richiedere, a seconda dell’allenamento, dalle tre alle quattro ore di cammino.
Un secondo itinerario trova partenza dal Passo di Belviso: dal lago omonimo si imboccano i segnavia 12 e 13, che costeggiano il grande bacino artificiale fino all’imbocco della suggestiva Val di Pila.





Passo dopo passo ci si innalza, seguendo il torrente fino alla Malga omonima e, successivamente, attraverso la Valle di Belviso. Con salita costante, raggiungiamo dapprima il Passo di Venano e con un ultimo sforzo il rifugio. In questo caso, il percorso richiede tre ore di cammino e prevede un dislivello di 950 metri.
Una terza variante è offerta dal già citato Sentiero Naturalistico Antonio Curò…
Fatto una volta per non farlo più.