Non solo studenti: il trasporto pubblico bergamasco punta su aziende e lavoratori
L'idea dell'Agenzia Tpl è di creare anche servizi ad hoc per i 460 mila impiegati e operai che ogni mattina si recano nei poli produttivi bergamaschi (oggi in auto)

di Wainer Preda
Tre spostamenti su quattro si esauriscono in una distanza 10 chilometri. È uno dei dati significativi, su cui ragionare, emersi dal convegno organizzato quest'oggi (20 giugno) al Centro congressi di Bergamo dall'Agenzia del Trasporto pubblico locale (Tpl).
Il simposio - dal titolo "Tpl per le imprese, imprese per il Tpl" - è stata l'occasione per fare il punto sulla situazione del trasporto pubblico bergamasco. E soprattutto sui possibili aggiustamenti nel breve-medio periodo, ivi compreso l'eventuale apporto delle aziende, per migliorare il sistema. Sullo sfondo, il Piano di bacino, il documento di programmazione dei prossimi anni, in fase di elaborazione.
Moderato dal giornalista de L'Eco Dino Nikpalj, il convegno ha visto la partecipazione dell'assessore regionale ai Trasporti Franco Lucente, del delegato della Provincia Simone Biffi, dell'assessore comunale alla Mobilità Marco Berlanda, dell'europarlamentare Pierfrancesco Maran, del presidente della Camera di commercio Giovanni Zambonelli, di Agostino Piccinali di Confindustria Bergamo, dell'amministratore delegato di Arriva Angelo Costa, di Elena Ferrario di Legambiente Bergamo e di Francesco Corna della Cisl.
È stato il direttore dell'Agenzia Tpl, Marcello Marino, a spiegare che «oggi più che mai il trasporto pubblico è a un punto di svolta, dettato anche dagli enormi investimenti infrastrutturali (da un miliardo di euro) piovuti sulla città e la provincia». Il trasporto pubblico locale, per sopravvivere, ha la necessità di modificare i suoi connotati. «Concepito finora essenzialmente come un grande scuolabus dedicato agli studenti, in realtà si scopre che il bacino di utenza è potenzialmente molto più ampio».
Ogni mattina, in Bergamasca, ci sono qualcosa come 360 mila spostamenti. A fronte di 90 mila posti dedicati agli studenti sui mezzi pubblici, concentrati soprattutto nei mesi invernali e nella fascia oraria del mattino, ci sono oltre 460 mila lavoratori pendolari che sono "trascurati" dal servizio pubblico o costretti a far ricorso al mezzo privato, l'auto, per recarsi al lavoro. Con tutte le conseguenze viabilistiche del caso.

Da qui l'esigenza di un riequilibrio. Anche sul fronte economico. Fermo restando che il maggior contribuente resta Regione Lombardia, il suo apporto è sostanzialmente invariato negli anni e insufficiente per nuove sfide migliorative. Da qui l'ipotesi che anche le aziende possano fare in qualche modo la loro parte, nella sperimentazione di nuovi servizi pubblici dedicati ai loro dipendenti e collaboratori.
«Non si tratta di creare nuove navette - ha spiegato Marino - quanto di costituire servizi dedicati a nuclei produttivi di più aziende che possano avere ricadute positive anche per le comunità che li ospitano».

«Dobbiamo ragionare in ottica di distretti produttivi», ha aggiunto. Se la dislocazione delle imprese, specie quelle medie e piccole, sul territorio bergamasco è parecchio variegata, tanto da poter parlare di "polverizzazione", Arriva ha però individuato una ventina di aree nelle quali ci sono da 200 a 600 aziende, concentrate in un chilometro quadrato. Ora, con quale formula coinvolgere loro e i loro lavoratori - abbonamenti, contributi, agevolazioni, benefit, accordi bilaterali o addirittura gratuità per i pendolari - è tutto da capire.
Certo è che una sperimentazione è quanto mai necessaria. Anche per raggiungere quei territori e quelle zone della provincia in cui il trasporto pubblico ha scarso appeal o è addirittura inesistente. «Il mezzo pubblico per essere usato, deve essere conveniente e soprattutto vantaggioso in termini di efficienza e di risparmio di tempo» ha spiegato Marino.
La Camera di commercio, per voce del nuovo presidente Zambonelli si è detta pronta a fare da regia a un sforzo corale che porti ricadute positive in tempi brevi. Non solo tavoli di confronto, dunque, ma iniziative immediate. Dal canto suo, Berlanda ha detto che «il Comune di Bergamo già nelle prossime due settimane incontrerà i Comuni dell'hinterland per un protocollo d'intesa per affrontare congiuntamente la situazione» e l'enorme traffico che la mattina invade la città.
Ho smesso di usufruire del trasporto pubblico anche perché ero stufo di pagare l'abbonamento anche per chi non paga il biglietto. Inoltre è diventato pericoloso in quanto mal frequentato.
Speriamo di passare dai piani ai fatti. Il trasporto pubblico attuale è sicuramente insufficiente
Dovrebbero in primis rendere obbligatorio l acquisto del biglietto per usufruire del servizio , non come sui mezzi Atb e Teb dove pochissimi pagano . Questo è il primo segnale da dare per rispetto di chi paga come avviene negli altri Paesi Europei. Ci vuole rigore e serietà per affrontare i problemi in modo giusto