«Ma Bergamo è una città universitaria?»: la domanda fa discutere il Consiglio comunale
Il confronto è nato in occasione dell'approvazione del documento programmatico che rafforza i rapporti tra Comune e ateneo

In sede di Consiglio comunale a Bergamo, ieri sera (23 giugno), dai banchi della minoranza si è alzata una domanda a voce del consigliere Luca Nosari (Lista Pezzotta) che, all'interno di una già avviata discussione sul punto riguardante l'approvazione del documento programmatico che rafforza i rapporti tra Comune e Università, ha sollecitato il dibattito: «Ma Bergamo è una città universitaria?».
«Se guardo la storia di realtà veramente universitarie, come Pavia, Bologna, ma anche la stessa Brescia per guardare alla nostra dirimpettaia, vedo delle vere città universitarie, dove i ragazzi vivono la città, cosa che non succede a Bergamo», ha affermato il consigliere.
«Qui ogni giorno c'è qualcosa da fare»
L'assessore alla Cultura, Sergio Gandi, ha ribattuto: «L'obiettivo è renderla e farla essere fino in fondo universitaria. La città deve essere quindi accogliente per chi ci vive e non ridurrei il tema al bisogno di parcheggi, comunque importanti per studenti e anche per docenti». Il tema dei parcheggi era stato sollevato da Giulia Ceci (Forza Italia).
Gandi ha poi aggiunto: «Bisogna trovare l'equilibrio tra chi abita la città e ha diritto alla tranquillità e chi ha bisogno di vivere Bergamo anche da un punto di vista di proposta culturale. E posso dire che ogni giorno qui succede qualcosa, in un susseguirsi di eventi: lo scorso fine settimana lo abbiamo passato all'insegna della musica, il prossimo sarà dedicato all'animazione».
«Dobbiamo fare di più»
Per Alberto Ribolla (Lega), invece, ci sono diverse carenze. Di trasporto pubblico, soprattutto la sera, ma anche di parcheggi per chi si muove in auto, così come di opportunità e di ritrovi culturali e per il tempo libero. Ha concluso: «Se vogliamo dotarci di questo nome di città universitaria dobbiamo fare sicuramente di più».
«Stiamo cercando di andare oltre»
Anche la sindaca Elena Carnevali ha poi chiesto la parola e, ringraziando il lavoro fatto dalla pro rettrice dell'ateneo Elisabetta Bani e dall'assessore Gandi insieme ad altri attori sullo sviluppo del documento programmatico, ha detto: «Dopo aver fatto tesoro di quanto fatto dalle amministrazioni precedenti, abbiamo cercato di andare oltre con questo manifesto. Abbiamo cercato di mettere nero su bianco le collaborazioni in atto. Lo spirito è valorizzare la crescita dell'Università in numeri, affiancandola con una sempre più forte qualità formativa».
La sindaca ha anche tirato le orecchie all'opposizione: «In questa aula ci dobbiamo però mettere d'accordo: non è che si può essere talvolta paladini della quiete pubblica, talvolta invece a difesa delle feste per i giovani. Nessuno ha mai detto che abbiamo già fatto tutto, ma è un "work in progress"».
Piu che per universitari, è una città per sbandati da strada, è l'hub di tutto il norditalia, qui si mangia e si beve gratis.
Bergamo non è una città universitaria e non lo sarà mai, non è nel DNA dei bergamaschi
Vedrai che work in progess....con carnevali e Company sara' work indress. Alias turna n' Dre Ginetto. che an nega nela' asca de bagn.con chesta sindaca.