Il pasticcio dei Ministeri dietro all'affare Politecnico delle Arti-ex monastero dei Celestini
Giorgio Berta, presidente dell’ente, chiarisce: «Il problema non è stato il nostro bilancio, ma i ritardi del Mef. A luglio...»

di Paolo Aresi
Giorgio Berta è presidente del Politecnico delle Arti, istituto che ha unito il conservatorio Donizetti con la scuola di Belle arti dell’Accademia Carrara. Berta ha voluto spiegarci la situazione dell’istituto neonato, soprattutto in ordine alla questione del finanziamento del Ministero per le opere edili all’ex monastero dei Celestini, di proprietà delle suore Sacramentine, che dovrebbe diventare la nuova sede del Politecnico.
Avevamo scritto che il finanziamento da 9,5 milioni di euro per la ristrutturazione era saltato (e quindi pure l’acquisto) perché il Politecnico non aveva presentato in tempo il suo bilancio preventivo del 2025. Berta smentisce questa versione: «Il bilancio preventivo lo abbiamo approvato, ma non è questo il problema. Il fatto è che la richiesta di finanziamento al Miur (Ministero dell’Università e della ricerca, ndr) non bastava: bisognava presentare pure domanda a quello dell’Economia, che doveva legittimare la richiesta stessa».
«Abbiamo presentato domanda per questa ammissione a settembre - continua Berta - e il Mef ci ha risposto che non potevamo chiedere il finanziamento al Miur perché non eravamo equiparabili a un istituto universitario. Abbiamo replicato dicendo che si sbagliavano, ma loro hanno confermato ancora a novembre che non c’era nulla da fare. Abbiamo insistito e a dicembre ci hanno detto che avevamo ragione noi. Con un provvedimento protocollato il 7 gennaio 2025 ci autorizzavano a chiedere il finanziamento al Miur. Ma il decreto autorizzativo viene emanato a dicembre o a luglio: per dicembre era ormai tardi, arriverà a luglio».
«Il Miur, però, aveva comunque approvato il finanziamento in questione il 3 dicembre e ci dava quattro mesi per l’acquisto. I Celestini li compriamo con risorse nostre e con un contributo di Cassa depositi e prestiti; ma i 9,5 milioni del Miur ci sono necessari per la trasformazione e l’adeguamento (...)