Il lutto

Un grande vuoto a Mozzo: addio a Vittorio Rota, ha dedicato la vita al teatro dialettale

Alpino, nel ’94 aveva fondato la Filodialettale dell'oratorio. Punto di riferimento anche nel volontariato: si è spento dopo una lunga malattia

Un grande vuoto a Mozzo: addio a Vittorio Rota, ha dedicato la vita al teatro dialettale
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di Dino Ubiali

C’è un vuoto grande a Mozzo, uno di quelli che non si riempiono facilmente. È il vuoto lasciato da Vittorio Rota, scomparso nei giorni scorsi dopo una lunga malattia, affrontata con forza, dignità e la sua inconfondibile ironia.

Figura amatissima e profondamente radicata nel tessuto del paese, Rota è stato per decenni un punto di riferimento non solo nel mondo del volontariato e dell’associazionismo, ma soprattutto nel teatro dialettale locale, di cui è stato instancabile promotore, attore, regista e anima organizzativa.

Alpino, appassionato di montagna, uomo di fede e di comunità, Vittorio era però, per tutti, “quello del teatro”. Con lui, il palcoscenico era casa. E ovunque c’era una scena, lui riusciva a trasformarla in un luogo di ritrovo, cultura e condivisione.

Il suo legame con il teatro inizia in tenera età: amava raccontare storie ai bambini dell’asilo fuori dalla porta di casa, che diventava un sipario improvvisato. Una passione nata spontaneamente e coltivata per tutta la vita, fino a diventare l’anima della Filodialettale oratorio Mozzo (Fom), fondata nel 1994 come naturale evoluzione della Compagnia Teatro Mozzese, attiva fin dal 1969 e a sua volta nata dall’esperienza dei “Drammatic Boys” degli anni Sessanta.

Sotto la sua guida, la Fom ha prodotto ben 36 commedie, 25 rassegne teatrali e oltre 100 compagnie ospitate, con un totale di 178 rappresentazioni che hanno coinvolto più di 70 attori e una decina di collaboratori tecnici. Un’impresa artistica e organizzativa che ha fatto scuola in tutta la provincia.

Sempre pronto alla battuta, al sorriso, alla voglia di fare, Rota non si è mai tirato indietro (...)

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