Il calzolaio

Addio a Peppino Rosti, anima di viale Mazzini a Dalmine con la sua storica calzoleria

Si è spento a 92 anni, è stato titolare per oltre settant’anni dell'attività sotto i portici, testimone di un’epoca che non c’è più

Addio a Peppino Rosti, anima di viale Mazzini a Dalmine con la sua storica calzoleria
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di Laura Ceresoli

C’era un’epoca a Dalmine in cui fare shopping significava fermarsi a chiacchierare, lasciarsi consigliare, costruire un legame. Un tempo in cui negozi come quello di Giuseppe Rosti avevano un’anima. Per 70 anni dietro il bancone della sua storica calzoleria sotto i portici di viale Mazzini, Peppino (come tutti lo chiamavano) riempiva le sue giornate di passione, sport e quella simpatica ostinazione di chi rifiutava di arrendersi al declino delle botteghe.

Nei giorni scorsi, a 92 anni, ha però chiuso per sempre la sua attività più importante: la vita. Oggi lo piangono non solo i figli Francesca e Gionata e i nipoti Edoardo Iacopo, ma anche tutta la comunità dalminese che lo ha sempre considerato un simbolo della città.

La sua storia era iniziata nel 1932, cinque anni dopo l’apertura del negozio del padre. Ha attraversato guerre, boom economici e crisi, tra scarpe di qualità e divise da calcio. Sì, perché Peppino nel corso degli anni, insieme alla vendita di calzature, aveva ampliato l’offerta con articoli sportivi, diventando fornitore di squadre professionistiche, tra cui l’Atalanta, il Cesena e persino il Milan.

La sua attività, riconosciuta come “negozio storico” da Regione Lombardia e dalla Camera di commercio di Bergamo, è stata premiata anche dall’amministrazione comunale per la sua longevità e il legame con il territorio.

Oltre all’impegno lavorativo, Rosti era conosciuto per la sua passione per lo sport. Da giovane aveva giocato nelle giovanili dell’Atalanta e nella Trevigliese, per poi distinguersi nel tennis e in ruoli dirigenziali.

Negli anni ’70 fu tra i promotori del mercatino del calcio provinciale (...)

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