aveva 89 anni

Addio Angelino (ovvero Angelo Pietra), vera e propria anima del calcio dalminese

Tra i fondatori dell’Unione sportiva Sforzatica, oggi Us Città di Dalmine. Il campo da calcio fatto realizzare nel ’73 era la sua seconda casa

Addio Angelino (ovvero Angelo Pietra), vera e propria anima del calcio dalminese
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di Laura Ceresoli

«Grande uomo, grande giocatore». Era questa l'espressione che Angelo Pietra usava per descrivere i campioni del calcio locale durante le animate discussioni al bar. Una frase semplice, ma significativa che racchiudeva il suo modo di intendere lo sport: passione pura, rispetto e amicizia. Valori che ha incarnato per tutta la vita come fondatore e anima dell'unione sportiva Sforzatica, nata nel 1973 e poi evoluta in Us Città di Dalmine.

Oggi quella stessa comunità che lo ha visto per decenni prendersi cura con dedizione unica del campo di via Guzzanica, deve salutare per sempre il suo più instancabile sostenitore. Angelino, come tutti lo chiamavano, si è spento a 89 anni, lasciando un vuoto nello sport dalminese e nell'intero quartiere di Sforzatica, dove la sua figura era diventata un punto di riferimento generazionale.

Era il 1973 quando un gruppo di amici, riuniti attorno a un tavolo del bar, decise di fondare una squadra di calcio. Tra loro c'era Pietra, uomo schivo ma di grande determinazione, che da subito si impegnò per trasformare quel sogno in realtà.

Angelo Pietra di Dalmine

«Non si immaginava l'enorme lavoro che si sarebbe dovuto affrontare», raccontano oggi i suoi compagni, ricordando le prime sfide: trovare giocatori, organizzare la squadra per il campionato di 3ª categoria e, soprattutto, costruire un campo dove poter giocare.

Grazie anche al sostegno dell'amministrazione comunale dell'epoca, venne individuato un terreno e realizzato il campo. Da allora, Angelo ne fece la sua missione: «Dava il suo prezioso contributo nel mantenerlo in perfette condizioni in qualsiasi periodo dell'anno».

Per Angelo, il campo di calcio era una seconda casa: «Durante le partite, quando il gioco si svolgeva in un'area, lo vedevi sistemare il terreno nella zona opposta; per lui (...)

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