Malattie professionali in aumento, in Lombardia e nell’intera Italia

Malattie professionali in aumento, in Lombardia e nell’intera Italia
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Le più recenti statistiche relative alle malattie professionali destano preoccupazione: le cifre, purtroppo, risultano essere in aumento, sia in Lombardia che nell’intera Italia.

Il fatto che sempre più persone si ritrovino a compromettere la propria salute solo per potersi guadagnare da vivere è un qualcosa che deve assolutamente far riflettere, e urgono delle repentine inversioni di tendenza.

Prima di presentare i dati, tuttavia, facciamo il punto su cosa si intende esattamente per malattia professionale.

Cos’è la malattia professionale e cosa la distingue dall’infortunio sul lavoro

Non è raro che i concetti di “malattia professionale” e “infortunio sul lavoro” siano considerati sinonimi, ma in realtà ci sono delle differenze sostanziali molto importanti, che è bene conoscere.

Mentre l’infortunio sul lavoro, infatti, è un evento traumatico, il quale causa dei danni immediati al malcapitato lavoratore, la malattia professionale si sviluppa nel lungo periodo, in totale assenza di episodi violenti; alla luce di questo, dunque, si può assolutamente affermare che la malattia professionale sia più subdola e, purtroppo, riuscire a dimostrare il nesso di causalità tra la patologia insorta e l’attività svolta può talvolta essere complicato.

Per essere più chiari, facciamo alcuni esempi: un lavoratore che cade dall’alto e si procura una lesione agli arti è certamente vittima di un infortunio sul lavoro, mentre se un lavoratore, operando quotidianamente in un contesto dall’aria poco salubre, sviluppa per tale ragione una patologia respiratoria, si può senz’altro parlare di malattia professionale.

Ovviamente, la prevenzione è fondamentale, sia per quel che riguarda gli infortuni sul lavoro che le malattie professionali: nel primo esempio menzionato, il lavoratore dovrà utilizzare tutti i DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) necessari per chi opera ad una certa altezza dal suolo, dunque imbragature, casco quant’altro sia previsto dalla normativa di riferimento; nel secondo, invece, è fondamentale che le impurità presenti nell’aria siano quotidianamente recuperate, e rese innocue, utilizzando strumentazioni apposite, come gli aspiratori industriali visionabili nel sito depureco.com.

Chiariti questi importanti aspetti, andiamo a scoprire le statistiche ufficiali relative alle malattie professionali.

I dati ufficiali: il “segno +” è costante, sia in Lombardia che a livello nazionale

Come si accennava, purtroppo, i trend relativi alle malattie professionali non sono positivi, e a confermarlo è l’ente pubblico di riferimento, ovvero INAIL, Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro.

Come si può leggere sul relativo sito Internet ufficiale, nel 2024 l’istituto ha riconosciuto 88.499 casi, cifra superiore del +21,6% rispetto a quella registrata nell’anno precedente, ovvero 72.754.

Ad impattare maggiormente, secondo INAIL, sono le patologie a carico del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, che nel 2024 hanno confermato il primato registrato nel 2023.

La Lombardia, purtroppo, non fa eccezione: come si può leggere sul sito Internet ufficiale di UIL Lombardia, il quale fa sempre riferimento a dati ufficiali INAIL, nei primi 4 mesi del 2025 la regione lombarda ha registrato 1.624 malattie professionali, le quali corrispondono al +18,5% rispetto alla cifra riscontrata nel medesimo lasso temporale del 2024.

Una tendenza che preoccupa, da invertire al più presto

Come si diceva, dunque, un’inversione di tendenza è assolutamente necessaria: dati come questi preoccupano non poco e stridono con la sempre maggiore attenzione che viene, perlomeno apparentemente, rivolta alla sicurezza in ambito giuslavorista.

A placare la gravità di tali dati vi è il fatto che essi sono delle cifre assolute, non rapportate alle percentuali di occupati che, secondo i più recenti dati Istat, sono in crescita, ma è chiaro che ciò non possa rappresentare un alibi.