Oltre 160 realtà coinvolte

La Val Seriana ospita "Fino all’ultimo seme", il raduno nazionale dei mais antichi

Nella cornice de "Lo Spirito del Pianeta", l'1 e il 2 agosto si terrà tra Clusone e Piario il raduno nazionale di Slow Mays, rete di Slow Food che riunisce produttori, custodi e comunità

La Val Seriana ospita "Fino all’ultimo seme", il raduno nazionale dei mais antichi
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In Val Seriana arriva il raduno nazionale di Slow Mays (la rete di Slow Food che riunisce produttori, custodi e comunità del mais tradizionale, guidata dal referente nazionale Loris Caretto), che si terrà venerdì 1 e sabato 2 agosto a Piario, all'interno della manifestazione "Lo Spirito del Pianeta".

L'evento riunirà oltre 160 produttori da nove regioni italiane con l'obiettivo preservare le varietà tradizionali di mais a impollinazione libera, con particolare attenzione alle varietà bergamasche: il Mais Spinato di Gandino, il Mais Rostrato di Rovetta e il Mais delle Fiorine di Clusone.

Il programma della due giorni

L'appuntamento avrà inizio l'1 agosto alle 14.30, alla Casa dell'Orfano di Clusone, con una sessione plenaria dedicata alla salvaguardia dei semi. Si concluderà poi alle 20.30 sul palco centrale de "Lo Spirito del Pianeta", con il convegno pubblico intitolato "Fino all'ultimo seme. Non un agricoltore di meno!": dopo un video-saluto di Carlo Petrini, dialogheranno tra loro Ivano Carcano (patron del Festival), Caretto, Antonio Rottigni e Giuliana Daniele, presidente di Slow Food Lombardia, con la moderazione di Paolo Confalonieri. Sabato, invece, il raduno si aprirà con una nuova sessione di tavoli alla Casa dell'Orfano di Clusone e proseguirà con delle visite guidate ai borghi storici di Rovetta, Clusone e Gandino, in collaborazione con Promoserio e le realtà locali di promozione territoriale.

Andrea Messa, coordinatore dell’Associazione Grani Asta del Serio, spiega così la scelta di incastonare l'appuntamento all'interno de "Lo Spirito del Pianeta": «Il festival riflette non solo la condivisione di valori profondi, ma anche la volontà di dare al nostro lavoro una cornice inclusiva e rappresentativa. Da oltre vent’anni, a "Lo Spirito del Pianeta" si ritrovano popoli nativi e tribù di tutto il mondo, portatori di culture e relazioni antiche con la terra».

«Un patrimonio fragile, ma fondamentale»

La rete Slow Mays conta trentasei varietà di mais tradizionale da nove regioni italiane e oltre 160 produttori coinvolti. La rete, come spiega Antonio Rottigni, delegato Slow Mays Lombardia e vicepresidente della Comunità del Mais Spinato di Gandino, nasce con l'obiettivo di «custodire un patrimonio fragile ma fondamentale. Parliamo delle varietà tradizionali di mais, dei saperi contadini legati alla loro coltivazione e delle comunità che, generazione dopo generazione, hanno fatto da presidio vivente alla biodiversità, alla sovranità alimentare e alla coesione sociale. Fragile, perché queste risorse e conoscenze rischiano ogni giorno di scomparire sotto la pressione di modelli economici, agricoli e culturali che spingono verso l'omologazione, la perdita d'identità, l'abbandono delle aree rurali e la rottura del rapporto profondo tra uomo e terra. Fondamentale, perché custodire i semi, le culture e i paesaggi significa preservare anche l'anima delle cose, il senso profondo della vita, della relazione e della comunità».

La firma del Manifesto nazionale di Slow Mays a Gandino

Proprio Gandino è stato il luogo in cui, nell'ottobre 2023, è stato siglato il "Manifesto nazionale" tra i produttori e che si fonda su principi non derogabili, come la tutela attiva della biodiversità, l’accesso quotidiano per tutti a un cibo «buono, pulito e giusto», la condivisione di buone pratiche, risorse e progetti per la salvaguardia dei mais a impollinazione libera, la valorizzazione dell’agricoltura su piccola scala. Il raduno in programma porterà in Val Seriana delegati da tutta Italia e sarà impreziosito dalla presenza di ospiti illustri, esponenti del mondo accademico, gastronomico e istituzionale.