La forza di un semplice "no": perché questo gran caos? Basterebbe un po' di rispetto
Una normale dinamica di mercato (respingere una proposta) ha scatenato la reazione di giocatore, stampa, tifosi. Ma non è così che va il mondo

di Fabio Gennari
Questa è la storia di una trattativa di mercato che, in verità, di trattativa non ha nulla. Perché c'è un giocatore che vuole andare via - Ademola Lookman -, una società che vorrebbe prenderlo - l'Inter - e un'altra che non si oppone in senso assoluto, ma ascolta le proposte, ci ragiona e poi dice di no. Anzi: «No, grazie: l'offerta non è accettata».
Ieri (1 agosto), l'Atalanta ha rifiutato 42 milioni più 3 di bonus per il suo numero 11. Nella foto in apertura di articolo vedete Lookman con il Pallone d'Oro Africano, che ha vinto grazie alle sue prestazioni con l'Atalanta. Quelle stesse prestazioni di cui non c'è più traccia sui social del ragazzo, che probabilmente ci è rimasto male perché l'Atalanta lo considera un grande valore.




La verità è che da giorni andiamo scrivendo che 45 milioni, per Lookman, sono troppo pochi per l'Atalanta. La cifra non è congrua. La Dea non ha mai fatto una sua richiesta (meno male che iniziano a scriverlo anche altri...) e quindi non sappiamo se servano davvero 5 milioni in più. Magari ne bastano 3, oppure ne servono 20. Non è dato saperlo. Sono tutte supposizioni.
Quello che invece è chiarissimo, limpido come acqua di sorgente, è che bisogna avere più rispetto. Tanto rispetto.



A partire da chi si accorda con il ragazzo prima di fare offerte alla società, passando per chi argomenta sul fatto che serva uno "strappo" da parte del giocatore e arrivando poi a lui, o a chi lo fa per lui, che dopo aver lavorato individualmente anche ieri a Zingonia, passa il venerdì pomeriggio a eliminare ogni riferimento all'Atalanta dai suoi profili social. Come se Dublino la si potesse cancellare togliendo due immagini da Instagram, dove peraltro sei costretto a mettere una triste immagine nera perché di altre robe luccicanti da mostrare - leggasi trofei - non ne hai.
La verità è che l'Inter ha proposto e l'Atalanta ha rifiutato. Va rispettata l'offerta, perché sono tanti soldi, ma va rispettato pure il rifiuto, perché così va il mondo. La porta non è chiusa, se qualcuno vuole offrire quanto per l'Atalanta sarebbe giusto è libero di farlo e l'Atalanta (che non ha mai promesso a Lookman di lasciarlo partite per 40 milioni di euro o diecimila lire) ascolterà, valuterà e poi deciderà. Per il bene della Dea, perché «tempi e valori di uscita li decide solo l'Atalanta». Lo ha detto mercoledì pomeriggio Luca Percassi, l'amministratore delegato della Dea. Serve rispetto, solo un pizzico in più del nulla cosmico che si sta leggendo e vedendo in questi giorni.
P.S.: le immagini che trovate in questo pezzo sono volutamente felici. Perché Ademola Lookman ci ha reso davvero felici. Anche se adesso vuole scappare chissà dove.