Dal pressing di Gasperini alla grinta di Juric: come cambia l’Atalanta?

Dopo nove anni intensi e ricchi di soddisfazioni con Gian Piero Gasperini in panchina, l’Atalanta apre una nuova pagina della propria storia affidando la guida tecnica a Ivan Juric. Un passaggio di testimone che porta con sé inevitabili domande: quanto cambierà la Dea? E quanto, invece, resterà fedele alla sua identità costruita negli ultimi anni?
L’obiettivo dichiarato è chiaro: mantenere il club bergamasco stabilmente ai vertici del calcio italiano ed europeo, confermando un posto anche nella prossima Champions League. Per riuscirci, Juric dovrà trovare un equilibrio tra innovazione e continuità, consapevole di raccogliere un’eredità pesante ma stimolante.
Il nuovo corso: idee fresche ma in continuità
Ivan Juric arriva a Bergamo con la fama di allenatore intenso, capace di imprimere alle sue squadre un calcio aggressivo, fatto di pressing alto e grande fisicità. Filosofia non troppo distante da quella di Gasperini, suo maestro ai tempi del Genoa, ma con alcune differenze significative: Juric tende a privilegiare la compattezza difensiva e le ripartenze veloci, mentre Gasp ha sempre puntato su un gioco più propositivo e verticale.
I primi allenamenti e le amichevoli estive stanno già mostrando qualche novità: linee di pressing leggermente più basse in alcune fasi di gioco, maggiore attenzione alla fase di non possesso e ricerca di soluzioni rapide per colpire in transizione. Per chi vuole seguire da vicino questi esperimenti tattici e tutte le ultime notizie sull'Atalanta, può farlo ad esempio sul sito Atalanta Oggi dove si può avere un quadro aggiornato e dettagliato del percorso di Juric sulla panchina bergamasca e della nuova identità della sua squadra.
Il tecnico croato sa bene che la sfida sarà mantenere il livello altissimo raggiunto negli ultimi anni senza snaturare la squadra. Per questo, la continuità con il lavoro di Gasperini sarà fondamentale: stessa mentalità aggressiva, stesso spirito combattivo, ma con un tocco personale per rendere la Dea ancora più imprevedibile.
L’eredità di Gasp
Il compito di Juric è reso ancora più impegnativo dal peso dell’eredità lasciata da Gasperini. Dal 2016, l’allenatore piemontese ha trasformato l’Atalanta in una realtà stabile della Serie A e una protagonista in Europa. Il suo calcio offensivo, dinamico e coraggioso ha permesso alla squadra di ottenere risultati storici, come tre qualificazioni consecutive alla Champions League e, soprattutto, la vittoria dell’Europa League, primo trofeo internazionale nella storia del club.
Ma il contributo di Gasperini non si è limitato ai successi sul campo. Sotto la sua gestione, la società è cresciuta in modo esponenziale: il Gewiss Stadium è diventato un impianto moderno e funzionale, il settore giovanile ha continuato a sfornare talenti e diversi giocatori hanno trovato a Bergamo il luogo ideale per esplodere. Da Zapata a Ilicic, da Gosens a Koopmeiners, la lista dei calciatori valorizzati è lunga e testimonia la capacità del tecnico di dare spazio e fiducia a chi sa dimostrare qualità e dedizione.
La Dea di Gasperini non è stata soltanto una squadra vincente, ma anche una squadra amata, capace di emozionare e sorprendere per intensità e spettacolo. È su queste basi solide che Juric dovrà costruire il proprio progetto.
L’allievo che raccoglie la sfida
Per Juric, l’avventura a Bergamo rappresenta un’occasione di rilancio. Dopo le esperienze alla Roma e al Southampton, dove non è riuscito a lasciare il segno, il tecnico croato riparte da un club che conosce bene il valore del lavoro a lungo termine e che gli offre un contesto ideale per esprimere la sua filosofia di gioco.
Juric non è nuovo alle sfide impegnative e la sua carriera da allenatore è sempre stata caratterizzata da squadre combattive, difficili da affrontare, con un’identità ben definita. Allievo di Gasperini sul campo, ha assimilato la mentalità basata su intensità, pressing e aggressività, ma la declina in modo personale, con un’attenzione particolare alla solidità difensiva.
Il mercato estivo, però, ha imposto qualche aggiustamento. Juric ha già dovuto fare i conti con partenze importanti: Retegui e Ruggeri hanno salutato, e anche Lookman sembra destinato a lasciare Bergamo. Sul fronte delle buone notizie, c’è il ritorno in campo di Scamacca dopo l’infortunio e l’arrivo del giovane e promettente Honest Ahanor, calciatore arrivato dal Genoa che potrebbe diventare una carta importante nel corso della stagione.
Juric sa che non basterà replicare il lavoro di Gasperini: dovrà adattare la squadra alle proprie idee, senza compromettere ciò che la Dea ha costruito negli ultimi anni. L’obiettivo è un’Atalanta che resti temibile in Serie A, capace di dare fastidio alle altre big del campionato, e che continui a recitare un ruolo di primo piano nelle competizioni europee.