Ustionato dalla benzina della barca che stava sistemando: grave imprenditore di Albano
Walter Ravasio, che con la sua azienda si occupa di personalizzare i natanti, è rimasto bloccato per dodici ore prima di essere soccorso

Foto in apertura: esempio di gavone
Quando sul suo cellulare ha letto che la barca non era stata consegnata, ha subito realizzato che qualcosa fosse andato storto. È così che il figlio di Walter Ravasio, imprenditore specializzato nella personalizzazione di barche e gommoni, si è recato subito all'azienda nautica di famiglia, in via del Tonale ad Albano Sant'Alessandro e lì ha fatto una brutta scoperta.
L'incidente
Il padre giaceva nel gavone del natante, una sorta di vano o pozzo che in questo caso custodiva anche il serbatoio. Era circondato da benzina e per questo ustionato, dato che si trovava lì probabilmente da mezza giornata. L'ultimo contatto telefonico fra lui e il figlio era stato il giorno precedente, lunedì 11 agosto, verso le dieci di sera, quando gli aveva detto che si sarebbe fermato un po' di più a sistemare la barca che andava consegnata l'indomani.
I soccorsi sono scattati l'indomani, verso le undici del martedì mattino.
Reparto Grandi ustionati
La vicenda è riportata dal Corriere Bergamo, che spiega come le condizioni dell'uomo, trasportato in pronto soccorso in codice giallo, inizialmente fossero sembrate migliori di quello che poi si sono rivelate. A causa delle ustioni di secondo grado sul 35 per cento della schiena, e anche di terzo sotto la spalla, l'ospedale Papa Giovanni di Bergamo ha optato per lo spostamento nel reparto Grandi ustionati del Niguarda di Milano, dove è stato intubato.
Non è in pericolo di vita, ma le sue condizioni sono comunque serie.
Incidente, guasto o altro?
La polizia locale di Albano ha visionato le telecamere dell'azienda, per controllare che non ci fossero altre persone con lui. Effettivamente, l'uomo era solo e quindi si è trattato di un incidente. Probabilmente, colto da un malore o per l'inalazione di sostanze dannose fuoriuscite inavvertitamente, Ravasio si sarebbe accasciato restando per metà all'interno del gavone tanto che il figlio, una volta arrivato, ne ha notato solo le gambe e ha dovuto chiamare in aiuto l'operaio di una ditta vicina per estrarlo.
Per tutto il tempo prima dell'intervento, l'uomo era rimasto supino e parzialmente immerso nel carburante, ustionandosi. In qualsiasi caso, il pubblico ministero di turno Emanuele Marchisio ha disposto il sequestro dell'imbarcazione per capire se avesse qualche difetto o guasto. Era ferma da tempo, rimasta inutilizzata. Il proprietario aveva chiesto a Ravasio di rimetterla in sesto per portarla al lago.