Omicidio Sharon a Terno d'Isola, Sangare giudicato capace di intendere e di volere
È il responso della perizia psichiatrica eseguita dalla dottoressa Paulillo. Il trentenne, in carcere, non avrebbe mostrato sensi di colpa

In quella notte in cui Sharon Verzeni è stata uccisa, il 30 luglio 2024, mentre camminava per le strade di Terno d'Isola, Moussa Sangare era capace di intendere e di volere. È quanto emerge dalla perizia psichiatrica condotta nell'ambito del processo, ora in corso, per l'omicidio della donna, accoltellata a 33 anni.
Cosa dice la perizia su Sangare
La perizia è stata condotta da Giuseppina Paulillo, direttrice dell’Unità operativa complessa "Residenze psichiatriche e psicopatologia forense" dell’Ausl di Parma. È a lei che la Corte d'Assise di Bergamo, lo scorso 18 marzo, ha chiesto di eseguire l'esame.
Nel suo rapporto, la dottoressa descrive (come riporta L'Eco di Bergamo) un disturbo misto di personalità di tipo narcisistico e antisociale e un disturbo da uso di cannabinoidi. Disturbi, tuttavia, che non hanno condizionato la capacità di comprendere la realtà di Sangare.
Nel giovane, trentenne nato a Milano da genitori maliani e residente a Suisio, non sono stati riconosciuti disturbi della percezione o sintomi di comportamenti deliranti: l'imputato è stato descritto come un soggetto in cerca di esperienze eccitanti e adrenaliniche, con una tendenza a non prendere in considerazione le conseguenze - né per sé, né per gli altri.
Inoltre, la dottoressa ha riscontrato difficoltà nell'adattamento alle norme sociali. Sangare sarebbe, stando alla perizia, un tipo anaffettivo, anche con la madre (che è stata colpita da un grave ictus) e la sorella, dei cui maltrattamenti è stato condannato in primo grado a tre anni e otto mesi. Il trentenne apparirebbe più concentrato sulla volontà di fare soldi.
In conclusione, l'uomo non avrebbe mostrato sensi di colpa o rimorsi per quanto commesso. Il suo atteggiamento è descritto come fatuo e superficiale. Si tratta, questa, della seconda perizia effettuata su Sangare nel giro di pochi mesi: a luglio, infatti, il trentenne era stato già giudicato capace di intendere e di volere. I colloqui erano stati condotti dalla psichiatra Valentina Stanga nell'ambito del processo per maltrattamenti in famiglia.
Il 22 settembre l'udienza
Sangare resta in carcere, dove è stato condotto il 30 agosto 2024. Il prossimo 22 settembre in aula si discuterà della relazione condotta dalla dottoressa Paulillo alla presenza dei consulenti delle diverse parti (Procura, parti civili e difesa).