il caso

Fratelli d'Italia: «La multa al commerciante di Città Alta va tolta: ci vuole più buon senso»

Tremaglia e Tentorio commentano la vicenda dei negozianti sanzionati: «Ennesimo schiaffo a chi lavora e tiene viva la nostra città»

Fratelli d'Italia: «La multa al commerciante di Città Alta va tolta: ci vuole più buon senso»
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«Buon senso e proporzionalità», è questo che invocano i consiglieri di minoranza di Fratelli d'Italia Ida Tentorio e Arrigo Tremaglia (anche coordinatore cittadino del partito) in un comunicato che accompagna un'interrogazione sul caso della multa data allo storico commerciante di Bergamo Alta Angelo Mangili.

I controlli

Il fatto rientra nella più vasta campagna di controlli della polizia commerciale che ha portato a multare anche altri esercenti del borgo storico e della parte bassa della città.

La particolarità di Mangili è che la sua è un'attività non storica, ma ultra storica. Tremaglia: «Parliamo di un uomo che da oltre settant'anni rappresenta un presidio di lavoro e identità per Città Alta e per Bergamo, colpito da una multa sproporzionata di 1.350 euro per la mancata indicazione del prezzo al litro e per un'insegna che porta con sé il ricordo familiare più caro».

«Serve buon senso»

Specifica: «Non discutiamo il ruolo della Polizia locale, che si è limitata ad applicare la normativa, ma chiediamo alla Giunta di usare buon senso, proporzionalità: in casi come questi, prima di arrivare a una sanzione così pesante, sarebbe stato sufficiente un avviso per permettere al commerciante di adeguarsi.  Il Comune ha approvato un regolamento per la tutela delle botteghe e dei commercianti in Città Alta: bene, ma allora l'assessore Sergio Gandi smetta di raccontare a parole che vuole sostenere i commercianti e cominci a dimostrarlo nei fatti, evitando che casi come questo diventino l'ennesimo schiaffo a chi lavora e tiene viva la nostra città».

Annullamento richiesto

Dai commenti alla vicenda, i consiglieri sono passati ai fatti con un'interrogazione, nella quale propongono, «in considerazione della particolare situazione e della storia professionale del commerciante, della sua importanza quale bottega storica per tutta la città, di valutare l'annullamento in autotutela della sanzione comminata per manifesta sproporzione rispetto al caso concreto».

Inoltre, i consiglieri chiedono agli assessori «quali indirizzi intendano dare alla polizia locale affinché i controlli siano improntati non solo al rispetto formale delle normative, ma anche a criteri di proporzionalità, buon senso e valorizzazione delle storiche realtà commerciali cittadine».

Tutelare, non punire

Tutto questo alla luce del fatto che «l'amministrazione comunale ha la possibilità di annullare in autotutela i propri atti» e che «la polizia commerciale si sia limitata ad applicare, presumiamo correttamente, la normativa in materia», ma che allo stesso tempo i consiglieri pensano «debba essere preminente l'interesse alla tutela dei commercianti storici e di quartiere, da tutelare in tutta la città e con particolare attenzione in città alta e nei borghi storici».