IL MIGLIORE È MANUEL NEUER

Come si valuta un buon portiere

Come si valuta un buon portiere
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In un Mondiale in cui i grandi giocatori d’attacco, quelli più attesi, hanno, chi più chi meno e chi per causa propria o altrui, essenzialmente steccato (leggasi Cristiano Ronaldo, Messi, Balotelli, Diego Costa…), gli inaspettati protagonisti sono stati i portieri. Si tratta di una categoria a sè , fatta di stravaganti personaggi rinchiusi in area di rigore che spesso risultano decisivi tanto quanto i più formidabili tra i centravanti.

Da nomi già affermati che non hanno fatto altro che confermarsi, come Neuer e Courtois, a grandi e inaspettati flop, come Casillas e Akinfeev, fino ad alcune mine vaganti il cui futuro è decisamente indecifrabile, come Ochoa, Romero, Navas o Krul. Visti questi numerosi alti e bassi, la domanda sorge spontanea: ma chi davvero può essere considerato un bravo portiere? E quali criteri devono essere utilizzati?

Su il Post è stato proposto un confronto sul tema con Jorge Campos, pittoresco portiere messicano anni ’90, il quale ha avuto non poco da ridire sulle prestazioni dei numeri 1 delle varie nazionali.

 

Vediamo di analizzare ogettivamente i 3 criteri indicati dall'ex numero 1 messicano per valutare se un portiere è valido o meno.

Senso della posizione.

Un primo fondamentale elemento analizzato da Campos riguarda il senso della posizione, caratteristica fondamentale per un portiere, visto che, se ben posseduta, permette una copertura della porta decisamente più efficace. L’esempio principe è senz’altro Manuel Neuer, estremo difensore della Germania campione nonché senza troppi dubbi migliore al mondo nel suo ruolo: abbiamo visto compiere al portierone tedesco parate formalmente di estrema difficoltà con una tranquillità quasi irrisoria nei confronti degli avversari, spesso senza nemmeno doversi buttare a terra. Il motivo è presto detto: oltre alla notevole statura, Neuer è capace di collocarsi con grande precisione sulla linea di porta, in base al tipo di azione che gli si sviluppa innanzi, così da farsi trovare sempre preparatissimo al momento dell’intervento. Ciò appunto per un senso della posizione perfettamente appreso. Altro ottimo esempio al riguardo è stato Ochoa, il portiere del Messico: quest’ultimo è stato protagonista di molte e difficili parate, spesso consistenti anche in una sola alzata di braccio, ma su tiri dalla brevissima distanza, parate  definite “d’istinto”. Certo, gli ottimi riflessi di Ochoa hanno senz’altro favorito i suoi interventi, ma la capacità di sapersi trovare al punto giusto nel momento giusto è la più grande qualità che questo ragazzo ha saputo mettere in mostra nei momenti in cui veniva chiamato in causa. Ci sono invece diversi colleghi che rispetto al senso della posizione sono risultati piuttosto carenti: è stato il caso di David Ospina, estremo difensore della Colombia, in parte responsabile dell’eliminazione dei suoi; il gol subito da David Luiz, con una punizione da oltre 30 metri, è in buona parte imputabile ad un errato posizionamento del portiere colombiano.

https://www.youtube.com/watch?v=_VoHQHIIPqg

https://www.youtube.com/watch?v=ISkdw9rTTus

https://www.youtube.com/watch?v=Uu9jS8kQK0w

Saper uscire dai pali.

Le uscite, in particolare quelle alte, sono argomento molto pregnante per un portiere, vista la mole di cross dalle fasce o da calci piazzati che mediamente arrivano in una partita; ebbene, in questi Mondiali abbiamo visto una quantità di svarioni davvero poco consoni all’importanza della manifestazione. Da Akinfeev, portiere della Russia e responsabile del gol pareggio subito nei confronti dell’Algeria, fino alle tragicomiche uscite di Dauda e Enyeama, estremi difensori rispettivamente di Ghana e Nigeria nonché colpevoli massimi delle eliminazioni delle loro compagini proprio a causa di un paio di uscite, come si suol dire, “a farfalle”; e perché non citare Buffon e il suo intervento quantomeno incerto in uscita in occasione del gol del Costa Rica. Quanto sia importante per un portiere saper affrontare nella maniera migliore le palle alte lo testimonia una volta ancora Neuer: spiazzante la serenità e la noncuranza con cui afferra i cross avversari.

https://www.youtube.com/watch?v=WC3dOh0cYZo

Pararigori.

Chiosa di diritto per Tim Krul, il portiere di riserva dell’Olanda passato agli onori della cronaca per il suo ingresso nella partita contro il Costa Rica esclusivamente per il momento dei calci di rigore. Ha saputo comportarsi bene, parando due penalty, e passando dunque come un maestro del mestiere. Ma a ben vedere, Krul in carriera, di fronte a un tiro dagli undici metri, ha salvato la porta solo in due occasioni su venti: non una media tale da meritargli l’appellativo di “pararigori”. La spiegazione, come ha rilevato Campos, è di natura più psicologica che tecnica, visto l’impegno messo dal portiere olandese nell’innervosire gli avversari prima di ogni rigore.

https://www.youtube.com/watch?v=V8zw636F6Ts

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