La sezione bergamasca di Fratelli d’Italia continua la sua “battaglia” contro il bistrot aperto un anno fa nei nuovi giardini dell’Accademia Carrara, rinominato Bù Bistrot e affidato alla gestione della società Finlatt. Dopo gli attacchi – con tanto di interrogazione al ministro della Cultura, Alessandro Giuli – del senatore Giuli Terzi di Sant’Agata, infastidito da una festa che si sarebbe tenuta al locale a luglio fino a tarda sera, ieri (4 settembre) la consigliera comunale Ida Tentorio ha presentato un’interrogazione in cui chiede chiarezza sull’affidamento del servizio alla suddetta società.
L’accusa: un accordo personale di tipo privatistico
Secondo Tentorio, l’accordo intercorso tra la Fondazione Carrara e Finlatt sarebbe «palesemente fuori mercato». Il contratto presenterebbe diverse criticità, a partire dal fatto che «non è il risultato di una gara d’appalto, ma il frutto di un accordo personale di tipo privatistico». Fratelli d’Italia contesta soprattutto il canone d’affitto: un importo di “soli” 40 mila euro annui (3.333 euro mensili) per 940 metri quadrati attrezzati in una location prestigiosa, più una percentuale variabile del 5 per cento sui ricavi oltre gli 800 mila euro annui.
Tentorio, in conclusione, si chiede se «la gestione così personale di un bene della Città di Bergamo non va profondamente rivista?» e apre le porte a un possibile coinvolgimento sul tema dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac).
«La Fondazione è un ente di diritto privato»
Dalle pagine de L’Eco di Bergamo di oggi è arrivata una prima risposta ufficiosa da parte dell’assessore alla Cultura, nonché vicesindaco, Sergio Gandi, che si è soffermato soprattutto sull’accusa secondo cui il bistrot sarebbe, di fatto, un servizio slegato dalla pinacoteca, un vero e proprio locale fine a se stesso. «Il bistrot – spiega Gandi al quotidiano – è un servizio apprezzato dalla città e dai turisti e che completa l’offerta del museo. Non è disgiunto da questo, anzi si inserisce in uno spazio espositivo».
Più a fondo va invece Gianpietro Bonaldi, general manager della Carrara, che in primis ricorda come «Fondazione Accademia Carrara è un ente di diritto privato, questo nelle intenzioni della giunta Tentorio, passando per la giunta Gori fino all’attuale». Questo elemento, tra l’altro, è stato sottolineato anche dal ministro Giuli nella risposta all’interrogazione presentata da Terzi di Sant’Agata.
Bonaldi poi aggiunge: «La Fondazione opera come soggetto privato e come tale ha agito anche nella selezione dei gestori del bistrot». I quali, tra l’altro, «hanno formulato l’offerta di gran lunga più vantaggiosa, anche dal punto di vista economico», dice ancora il general manager. Il quale, infine, non manca di sottolineare anche come i giardini e il bistrot stiano riscuotendo «un grandissimo successo tra i cittadini e la stampa», probabilmente riferendosi al “titolo” di miglior ristorante di museo che la rivista Artribune, a inizio anno, ha assegnato proprio al Bù Bistrot.