la polemica

Bergamo-Treviglio, interrogazione a Roma: «Il Ministero verifichi se la Regione deve pagare penali»

Nuova mozione del deputato Devis Dori (Avs) sull'autostrada: «Un'opera dannosa che consuma suolo per soli 18 mila veicoli al giorno»

Bergamo-Treviglio, interrogazione a Roma: «Il Ministero verifichi se la Regione deve pagare penali»

Il progetto dell’autostrada Bergamo-Treviglio torna al centro del dibattito politico. Il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Devis Dori ha depositato nei giorni scorsi alla Camera una nuova interrogazione parlamentare sulla controversa infrastruttura, chiedendo chiarimenti sui possibili oneri economici a carico di Regione Lombardia in caso di rinuncia all’opera.

Criticità ambientali «estremamente gravi»

Il progetto dell’autostrada, concepito nei primi anni Duemila e recentemente entrato nella fase di Valutazione di impatto ambientale (Via), presenterebbe «criticità ambientali estremamente gravi», con rischi per ecosistemi unici e ampie porzioni di territorio agricolo fertile.

«Questa infrastruttura è un esempio emblematico di consumo di suolo inutile e dannoso – ha dichiarato il deputato Dori -. Secondo quanto emerge dallo studio di impatto ambientale pubblicato il 4 agosto scorso, ci saranno impatti devastanti sulla biodiversità, dalla frammentazione degli habitat alla perdita di boschi planiziali rari».

La questione delle penali

Il nodo centrale dell’interrogazione riguarda però i possibili oneri economici. «Risulta assolutamente necessario che Regione Lombardia confermi o smentisca se dovrà sostenere penali o oneri economici in caso di rinuncia all’opera – ha sottolineato Dori -. Non vorremmo che la Regione si fosse messa sulla testa una spada di Damocle che ostacoli l’uscita da quel progetto, nonostante sia emersa la dannosità del progetto stesso».

Il deputato chiede trasparenza sui costi: «Vogliamo sapere se esistono penali e di quale entità: lo devono sapere i cittadini, che si vedono scippati di decine di milioni di euro che potrebbero invece andare, ad esempio, verso il sistema sanitario».

Il territorio dice no

L’opposizione all’opera è diffusa: ben otto Comuni su dodici coinvolti hanno espresso contrarietà, mentre oltre diecimila cittadini avevano già firmato una petizione contro il progetto nel 2013.

A rafforzare la battaglia, Europa Verde Bergamo ribadisce la propria contrarietà. «Le evidenze emerse dalla procedura Via confermano quello che diciamo da anni: non c’è ascolto del territorio» affermano i co-portavoce provinciali Giuseppe Canducci e Oriana Ruzzini, che è anche assessora all’Ambiente a Bergamo.

«La Regione Lombardia va avanti imperterrita con un progetto vecchio, costoso e dannoso, ignorando l’opposizione di cittadini, amministrazioni locali e associazioni ambientaliste».

I numeri che non convincono

I dati sul traffico previsto sollevano interrogativi sull’utilità dell’opera. Secondo lo studio di Autostrade Bergamasche, l’autostrada nel primo anno di esercizio sarà percorsa da soli 18 mila veicoli al giorno. La Provincia di Bergamo conferma: il traffico giornaliero medio sarà compreso tra 14.470 e 17.323 veicoli, ma aggiunge che si tratta di «numeri riferibili più a una viabilità ordinaria che a una viabilità autostradale».

Il costo complessivo dell’opera supera i 560 milioni di euro, di cui 146 di fondi pubblici, per un’opera che secondo i detrattori «intercetterebbe una mobilità già ampiamente coperta dalla viabilità ordinaria e ferroviaria».

«Serve un cambio di rotta»

«Non possiamo continuare a distruggere preziosi habitat naturali e fertile suolo agricolo per un’opera giudicata inutile – concludono da Europa Verde -. È una scelta insostenibile, economicamente e ambientalmente».

L’appello finale è rivolto al Governo: valutare seriamente l’impatto ambientale e ritirare il sostegno a un’opera definita «anacronistica». «La transizione ecologica si fa salvaguardando il territorio, non cementificandolo con progetti di 20 anni fa – concludono Dori, Ruzzini e Canducci -. Ci batteremo in tutte le sedi per fermare questa autostrada».