Mercoledì 10 settembre sono stati rintracciati e arrestati in Campania i due “carabinieri in maschera” che lo scorso 5 maggio hanno truffato due anziani ad Albino.
«Non si preoccupi, sono il capitano»
Una telefonata con una voce autorevole si è presentata come «il capitano dei Carabinieri di Albino». Così è iniziata la trappola che lo scorso 5 maggio ha colpito un anziano di 86 anni di Albino, convinto con abili raggiri a consegnare beni e contanti per un valore di circa 200 mila euro. I due truffatori, campani di 47 e 55 anni, hanno usato la tecnica dello “spoofing”: grazie a software hanno fatto apparire sul display della vittima il numero della Stazione dei Carabinieri, rendendo credibile la loro messinscena.
Come riporta il comunicato stampa diffuso oggi (venerdì 12 settembre) dai carabinieri – quelli veri – i truffatori hanno prima raccontato agli anziani di una serie di furti mai avvenuti in zona, convincendoli poi a consegnare i propri beni per “metterli al sicuro”.
La solita telefonata
Nel corso della telefonata, il finto capitano ha invitato l’anziano a mettere in sicurezza i propri tesori con un metodo infallibile. Quale? Semplice, fornendo un codice di sicurezza alla vittima, che sarebbe stato utilizzato per la custodia dei beni che da lì a poco sarebbero stati prelevati da un “militare in borghese”, direttamente dall’abitazione. Oltretutto, il comandante ha esortato il povero albinese a evitare di recarsi in banca o in un posto di polizia nelle settantadue ore successive, giacché, altrimenti, avrebbe interferito con l’attività investigativa in corso.
A cadere nella rete non è stato solo l’uomo. Anche la moglie, contattata separatamente, è stata convinta a inviare ai malcapitati le foto dei gioielli di casa.
Le indagini
La denuncia immediata dell’anziano ha permesso ai Carabinieri di Albino, sotto il coordinamento della Procura di Bergamo, di avviare le indagini. Analizzando telecamere e i controlli sulla strada, gli investigatori sono riusciti a risalire all’auto dei malviventi, già fermata a Verona lo stesso giorno del colpo. Da lì, grazie a riconoscimenti fotografici e alle varie immagini di videosorveglianza in hotel tra Bergamo, Brescia e Verona, i sospetti sono stati confermati.
L’arresto in Campania
Con un fascicolo arricchito da prove e precedenti, il gip del Tribunale di Bergamo ha disposto gli arresti domiciliari per la coppia, con braccialetto elettronico. L’operazione, come riporta il comunicato ufficiale, è stata eseguita il 10 settembre a Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta, dove i due risiedevano. Restano in corso accertamenti per rintracciare la refurtiva.