Quasi il 50 per cento di anziani in più: è quanto prospettano le stime Istat, elaborate dal Dipartimento Welfare della Cisl, per la provincia di Bergamo nei prossimi venticinque anni. La fascia da zero a sessantaquattro anni, invece, diminuirà del 18 per cento. A soffrire meno sarà proprio il capoluogo, rispetto a centri come Albino, Costa Volpino e Romano di Lombardia.
I dati della ricerca Cisl Bergamo
In città la popolazione crescerà del 9 per cento, quella più giovane (0-14 anni) del 12 per cento e gli anziani del 35 per cento. A Romano di Lombardia, al contrario, quasi dieci punti percentuali li perderanno le fasce più giovani, mentre gli over 65 cresceranno del 70 per cento; ad Albino, la popolazione da 0 a 64 nel 2050 sconterà un calo del 33 per cento, mentre a Costa Volpino del 43 per cento.
Sono questi i primi dati della ricerca che Cisl Bergamo ha effettuato sull’invecchiamento in provincia, dalla quale emerge che dal 2024 al 2050 l’indice di dipendenza degli anziani crescerà dal 34,8 al 63 entro il 2050 e crescerà ulteriormente fino al 66 nel 2080; l’indice di vecchiaia passa da 199,8 a 309 entro il 2050 e 312 nel 2080; nella distribuzione della popolazione meno giovane, il peso degli 85enni aumenta in modo crescente, condizionando pesantemente l’incremento dell’indice di dipendenza anziani.
Continuerà lo spopolamento delle valli, con il 6,3 per cento di popolazione in meno in val Brembana, il 4 per cento in Val Seriana e il 2 per cento nella zona dei laghi. Gli over 95, che rappresentano oggi la quota minoritaria degli Over 65, passeranno a incidere sul totale della popolazione per oltre l’1 per cento (adesso è a 0,30). In questo contesto, aumenterà il numero delle persone sole, soprattutto quelle anziane e più fragili, mentre crollerà il numero degli attivi (15/64 anni), che passerà dal 70 per cento di oggi al 55 del 2050.
La questione sanitaria
Si apre poi la questione sanitaria: già oggi, un terzo dei bergamaschi convive con almeno una malattia cronica e il 26 per cento ha più di 65 anni. «Il tema dell’invecchiamento – ricorda il Dipartimento Welfare della Cisl di Bergamo – riguarda l’intero arco della vita, non solo gli anziani, quindi nelle agende politiche il tema della salute deve assurgere una dimensione prioritaria, anche nell’allocuzione di risorse, e certamente in chiave fortemente preventiva. Le malattie non trasmissibili, che incidono pesantemente sulla salute collettiva delle persone, delle aziende, dello stato e delle istituzioni pubbliche, hanno origine con fattori su cui si può intervenire (stili di vita, , contesti e ambienti di lavoro insalubri). Per cui diviene necessario intervenire nei livelli più ampi, soprattutto nella scuola e nel mondo del lavoro».
Il sindacato di via Carnovali propone un piano territoriale che attivi protocolli territoriali con Ats e imprese per la prevenzione sanitaria, la promozione di stili di vita sani e il monitoraggio del benessere psicofisico; incentivi il «benessere organizzativo» con ambienti inclusivi, ergonomici e attenti alla salute mentale; sostenga campagne di screening e formazione sulla salute per lavoratori over 50.
«Il “gelo demografico” del prossimo quarto di secolo – è il pensiero di Giacomo Meloni, segretario generale di Fnp Cisl Bergamo – deve indurre tutti i soggetti, istituzionali, sociali e politici del terzo settore, ad affrontare il tema con un approccio condiviso, un vero e proprio progetto anziani che sappia rivolgersi e orientarsi alla popolazione anziana di oggi e di domani. La persona anziana andrà presa in carico, seguita e accompagnata nella sua quotidianità, anche a distanza, non lasciandola mai sola, come pure investimenti importanti dovranno essere fatti nel campo delle abitazioni».