L'esperta risponde

I consigli di Laura Adele Feltri: eppure si può costruire case in armonia con l’ambiente

Dopo i decenni della speculazione edilizia, una nuova architettura è possibile. Anche a Bergamo. Ne parla l'esperta immobiliarista

I consigli di Laura Adele Feltri: eppure si può costruire case in armonia con l’ambiente

Foto in apertura: l’abitazione progettata dallo studio PPAA a Todos Santos

È un luogo comune parlare di sfruttamento del territorio per invaderlo di asfalto e cemento, di città che crescono a scapito dell’ambiente. Ma andiamo a scoprire alcune costruzioni nel mondo che capovolgono a favore dell’ambiente questo concetto. Ne parliamo con Laura Adele Feltri, immobiliarista, esperta di tutto quel che riguarda l’abitare e lo sviluppo edilizio.

Laura Adele Feltri

Il termine “Antropocene” è divenuto oramai di uso comune. Può spiegarci di cosa si tratta?

«Viviamo nell’epoca detta “Antropocene” perché la trasformazione del pianeta non avviene più a causa di fenomeni naturali, ma per mano dell’uomo. Il dominio umano, con l’impetuoso sviluppo della tecnologia e il rapido aumento della popolazione, sta modificando l’habitat della Terra. Parlando del settore immobiliare, dal secondo Dopoguerra i campi hanno lasciato il posto ad ampi caseggiati, piazze e parcheggi. Se allora aveva un senso, oggi si sta perdendo l’equilibrio. C’è un dato sorprendente: sulla superficie della Terra, da pochi anni il peso degli “oggetti” naturali (rocce, vegetazione, animali) è stato superato da quello degli oggetti creati dall’uomo».

Però oggi si è più attenti a inquinare meno con l’utilizzo di nuovi materiali di costruzione, Bergamo ne è un esempio.

«Certo, la nostra città dimostra maggiore rispetto per l’ambiente. Molti nuovi appartamenti sono a emissioni zero e realizzati con materiali traspiranti».

Andando lontano dall’Italia, esistono progetti particolari dove è stato possibile integrare una casa con l’ambiente?

«Giustamente parla di possibilità, ma aggiungo anche di una scelta precisa. Gli architetti potevano optare per due atteggiamenti: rompere con il paesaggio o integrarlo. La seconda scelta è più faticosa, ma dà un risultato più emozionante e rispettoso dell’ambiente. Cito due esempi: un’abitazione in Messico, che sembra emergere dal deserto, e una casa-vacanze nella foresta in Ontario».

Partiamo dalla messicana.

«Si trova a Todos Santos. L’edificio è stato costruito utilizzando la stessa terra battuta della zona (che offre un’efficienza termica importante, viste le forti escursioni tra giorno e notte) e la casa sembra emergere dalla terra stessa, conferendo all’abitazione un’estetica calda e rispettosa di ciò che la circonda».

Una simbiosi tra natura e costruzione.

«È esattamente questa l’idea dalla quale sono partiti gli architetti dello studio messicano PPAA (Pèrez Palacios Arquitectos Asociados). Si sono avvalsi per gli interni del legno e della pietra del luogo, grazie a un’azienda danese, la Vipp. Ottima scelta, perché da sempre la Danimarca è attenta al rispetto del mondo in cui viviamo».

Come si può descrivere questo complesso?

«È organizzato in tre blocchi indipendenti disposti attorno a un cortile centrale. Ci sono una residenza principale e due dipendenze per gli ospiti, disposte in modo da garantire la privacy e da adattarsi al declivio del terreno. Ovviamente esistono parti comuni, come il soggiorno e la sala da pranzo, protette da muri in terra aperti all’aria e alla luce. La sorpresa è data dai tetti, sopra ognuno di essi c’è una terrazza con strutture ombreggianti e in una di esse è stata costruita una piscina circolare. La circolarità è importante: non presenta spigoli, è più simile alle forme della natura».

Il secondo esempio è una spettacolare casa su un’isola.

«Pine Island Cottage è una casa-vacanze a forma di “T” situata su un’isola rocciosa nella Georgian Bay. Anche in questo caso si può dire che l’architettura si fonde con il paesaggio, ma in modo ancora più immersivo. Gli studi canadesi Bureau Tempo e Thom Fougere sono riusciti a trasformare l’interno in un’estensione dell’ambiente circostante, giocando con texure, luce e materiali».

I progettisti raccontano di aver fatto come alcuni attori, che per recitare si immergono pienamente nel personaggio.

«Verissimo. Non si sono limitati a osservare il territorio, lo hanno vissuto. Hanno camminato con i proprietari lungo le spiagge, toccato la roccia erosa dall’acqua e dal vento e si sono impegnati a portare quell’esperienza “tattile” negli spazi con una scelta ben precisa dei materiali. Legno, ceramica, pietra e ferro battuto si combinano per evocare una rusticità naturale. Un altro degli aspetti più attentamente considerati è la capacità di creare spazi funzionali con un “fascino emotivo”: la sala da pranzo si affaccia sulla foresta da un lato e sul lago dall’altro, così come nei servizi la vasca da bagno accanto a una enorme finestra invita a contemplare la foresta, rilassandosi».

Come è strutturata la casa?

«È molto ampia (325 metri quadrati!) e organizzata a forma di “T”, seguendo la pendenza del luogo. Due ali con le camere da letto si trovano al piano superiore, mentre il braccio più lungo ospita gli spazi comuni. L’ambiente principale è inondato di luce che penetra da entrambi i lati attraverso ampie finestre. I bagni, rivestiti in pietra Eramosa fiammata, offrono un’atmosfera anticata. Trovo molto appropriata la definizione che ne ha dato lo studio che lo ha realizzato: “Riflettendo la ricchezza strutturale del mondo naturale, l’interno è allo stesso tempo robusto e sereno. Pine Island Cottage non è solo un rifugio: è un omaggio al paesaggio, al tempo e ai sensi”».

Però questi sono esempi che non possono essere sempre replicati. Restano dunque dei bellissimi sogni?

«Secondo me sono un incoraggiamento verso una consapevolezza maggiore di come dovremmo costruire e vivere. Si può creare un polmone verde e usare materiali che lo richiamano, creando – come si sta facendo anche a Bergamo – giardini interni ben piantumati e logge, usando materiali caldi. Credo che siano passati i tempi in cui si tendeva a sbalordire con costruzioni lontane dal contesto».