Per la prima volta, la Diocesi di Bergamo ha presentato, venerdì 12 settembre in Curia, il proprio “Bilancio di missione”. Un’ottantina di pagine per «restituire notizia alla società» bergamasca delle principali attività nelle quali è stata impegnata nel 2024.
Non si tratta di un bilancio sociale e neppure di un bilancio economico in senso proprio, bensì di una sorta di “operazione trasparenza”, voluta dal vescovo Francesco Beschi, per aprirsi e condividere con tutti l’impegno della Chiesa.
Premessa: come ha detto il vescovo, «la nostra opera ha a che fare con Dio. Ma non possiamo misurare la fede dell’uomo e tantomeno il cuore di Dio. Possiamo misurare i dati esteriori». A presentare il documento, insieme a monsignor Beschi c’erano i responsabili dell’economia della Diocesi, monsignor Mario Eugenio Carminati e don Enrico Minuscoli, e il vicario per i laici e la pastorale, monsignor Michelangelo Finazzi.
I punti salienti dell’attività
Al primo posto sono stati messi i Cre, centri ricreativi estivi, attività che assorbe molte delle energie dei sacerdoti bergamaschi. Un servizio alle famiglie che l’anno scorso ha coinvolto sessantamila persone (tra cui 44 mila bambini e preadolescenti). A seguire, i catechisti, che sono stati 4.500; i missionari nel mondo, 430; i pasti offerti ai poveri 47.450; mentre 170 persone con disabilità e fragilità sono state accolte nelle strutture residenziali diurne. Venticinquemila, infine, gli studenti formati nelle scuole cattoliche.
La parte economica
Le 390 parrocchie hanno raccolto 54 milioni (dei quali 16 provenienti dalle offerte e 20 dalle attività oratoriali). Trenta milioni sono stati utilizzati per le attività pastorali, la restante parte per la gestione ordinaria. Dal canto suo, la Diocesi ha incamerato altri 12,2 milioni di euro grazie all’8xmille, ai contributi Cei per l’edilizia, agli affitti, ai lasciti e ad altre donazioni.
In totale 66,2 milioni. Volutamente, il “Bilancio di missione” – redatto dalla società Altis advisory – non tiene conto dei beni appartenenti alla Chiesa, gran parte dei quali – come ha detto monsignor Carminati – sono necessari per l’evangelizzazione, la carità e il sostentamento del clero.
Le risorse impiegate
«Ciò che impressiona è la generosità che non viene meno anche in contesti culturali cambiati rispetto al passato – ha osservato monsignor Carminati (…)