L'intervista

Davide Reginato, il 22enne di Albino che “ruba sorrisi” alle persone per strada e conquista i social

22 anni, ha trasformato la sua voglia di empatia in un format di chiacchierate spontanee che hanno superato le 500 mila visualizzazioni

Davide Reginato, il 22enne di Albino che “ruba sorrisi” alle persone per strada e conquista i social

di Fabio Gualandris

Sta spopolando sui social media Davide Reginato, ventiduenne di Albino che, grazie a interviste curiose, educate, empatiche e simpatiche, “ruba” sorrisi alle persone che incontra per strada.

Subito dopo il diploma di perito elettrotecnico, Davide ha lavorato come metalmeccanico per un anno e mezzo in una grossa azienda della Val Seriana, «Ma non era la mia strada – ci confida -. Ho diverse passioni, gioco a calcio nell’Orio Pegu, strimpello la chitarra, mi piace cantare e scrivo canzoni. Recentemente ho scoperto il pugilato, sport non solo fisico ma anche di strategia e intelligenza».

Parliamo della tua attività social, cosa ti ha spinto a questa proposta?

«Ho sempre avuto l’esigenza di condividere un qualcosa, di raccontarmi, di raccontare, di donare qualcosa agli altri, ma non avevo inquadrato bene come farlo e cosa fare. C’è stato un momento preciso in cui ho capito che avrei fatto questa cosa: stavo camminando per strada verso casa quando ho visto un signore anziano che veniva verso di me e mi son detto “adesso lo saluto e gli auguro una buona giornata”, gli passo accanto ma qualcosa mi blocca… “Ma il prossimo lo saluto” mi riprometto. Poco dopo incrocio un altro signore e la cosa si ripete, ma ecco subito un’altra possibilità, lo incontro con lo sguardo e gli sorriso dicendo: “Buongiorno signore, le auguro una bellissima giornata”. Inizialmente questo signore è rimasto un po’ sorpreso e sulle sue, ma poi il viso dolcemente è mutato da sorpreso a sorridente; in quel momento ho pensato: “Che bello, che figo, sai che sarebbe proprio bello condividere queste emozioni per mostrare quanta umanità si nasconde dietro un’apparenza?” In un mondo così veloce e tecnologico anche tra noi giovani spesso manca umanità, sensibilità, empatia, perché non cercare di riscoprire queste virtù?».

Dove sono ambientate le interviste e quanti video hai registrato?

«Un po’ ovunque, dove mi trovo. Ho iniziato al parco fuori casa mia fino ad arrivare al centro di Bergamo, in piazza Duomo a Milano, a Bassano del Grappa (paese d’origine di mio padre), in vacanza. Insomma, mi piacerebbe girare tutte le città italiane, ma anche i borghi più piccoli. Ad ora ho registrato circa 500 video, alle riprese segue una post produzione e la pubblicazione, attualmente sono 170 i contenuti online».

Quando è iniziato questo tuo personale format?

«L’incontro che mi ha ispirato è di circa sette mesi fa, ho aspettato un paio di mesi prima di iniziare a postare. Avevo una ventina di video pronti, però mi mancava il coraggio di pubblicarli, poi ho visto in Instagram un ragazzo di Torino che per strada incita le persone, ora è mio amico. Il suo format è simile al mio, così mi son detto “ok ci sono anch’io, sono pronto”».

Qual è lo scopo che ti guida?

«Far del bene in modo genuino (…)

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