Polemica sulla mozione

Cittadinanza onoraria ai minori residenti a Mozzo, l’opposizione: «È una discriminazione all’inverso»

Approvata dalla maggioranza in Consiglio comunale: «Questa è anche la loro casa». La minoranza: «Un atto politico più che educativo»

Cittadinanza onoraria ai minori residenti a Mozzo, l’opposizione: «È una discriminazione all’inverso»

di Dino Ubiali

Il consiglio comunale dell’11 settembre a Mozzo si è acceso attorno a una mozione presentata dalla consigliera Gloria Cornolti, passata solo con i voti della maggioranza.

Il documento chiedeva di istituire il conferimento della cittadinanza onoraria ai minori residenti a Mozzo non in possesso della cittadinanza italiana, che abbiano completato nel nostro Paese il ciclo di istruzione di scuola primaria e secondaria di primo grado.

Cornolti ha motivato l’iniziativa «Questi ragazzi vivono e crescono a Mozzo, frequentano le nostre scuole, parlano italiano, condividono spazi e attività con i loro coetanei». Ha aggiunto: «Il nostro è un atto simbolico, senza valore giuridico, ma con un forte significato culturale e sociale: dire a questi giovani che Mozzo è anche la loro casa».

La mozione prevedeva di organizzare una cerimonia pubblica ogni 20 novembre, in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. I consiglieri di minoranza hanno giudicato la misura «un atto politico più che educativo», mettendo in dubbio l’efficacia reale di una cittadinanza simbolica.

«La cittadinanza onoraria tradizionalmente viene concessa per riconoscere particolari valori morali o contributi alla comunità. In questo caso – è stato detto dalla minoranza  – si rischia di darla come atto automatico (…)

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