La lettera

«Mio figlio a scuola ancora senza insegnante di sostegno. Il sistema dimentica i più fragili»

Ci ha scritto la madre di Andrea, bimbo di 10 anni di Grassobbio con patologia plurima. Ha deciso di non stare più in silenzio

«Mio figlio a scuola ancora senza insegnante di sostegno. Il sistema dimentica i più fragili»

Non è un problema nuovo, purtroppo. Ma ciò non significa che allora vada tutto bene. Anche quest’anno, all’inizio del nuovo anno scolastico, in molte scuole mancano gli insegnanti di sostegno.

Ad agosto, la “mini call veloce” indetta proprio per provare a colmare questa lacuna, è stata un flop. E dunque le scuole, anche in provincia di Bergamo, sono iniziate e centinaia di studenti, di qualsiasi età, vivono giorni complessi, privati di un aiuto che sarebbe un loro diritto.

È proprio su questo problema che si incentra la lettera (che pubblichiamo di seguito) di una mamma di Grassobbio che ha voluto condividere con noi e voi lettori la sua rabbia e la sua frustrazione. Lanciando un appello: è il momento di farsi sentire.

«Sono la mamma di Andrea, un bambino di 10 anni con legge 104 art.3 comma 3. La sua diagnosi è complessa: è un bambino in carrozzina, con ritardo motorio da paralisi cerebrale infantile, deficit visivo e disabilità intellettiva grave. È una patologia plurima  con necessità di insegnante di sostegno, assistenza educativa per l’autonomia personale, per la comunicazione e per le relazioni sociali. La sua disabilità richiede un sostegno continuo sia a scuola che nella vita quotidiana.

Andrea frequenta la quarta elementare e, ad oggi, non sappiamo ancora se e quando arriverà l’insegnante di sostegno. Per fortuna abbiamo l’educatrice e l’assistente alla comunicazione ma non sono abbastanza per coprire tutte le ore che Andrea sta a scuola.

Ho deciso di scrivere e raccontare perché non voglio più restare in silenzio. Per Andrea e per tutti i bambini con queste necessità, perché non è una loro colpa; hanno tutti i diritti di vivere le stesse esperienza degli altri bambini.

I problemi principali sono la burocrazia e un sistema che sembra dimenticare i più fragili.

Com’è possibile che un bambino con una grave diagnosi certificata, iscritto regolarmente alla scuola dell’obbligo da anni, e quindi noto per le sue necessità, arrivi a scuola a settembre senza insegnante di sostegno? Perché ci si deve muovere sempre all’ultimo quando si potrebbe avere tutto ben pianificato con le giuste tempistiche? Perché queste scelte non vengono mai messe come priorità?

Il desiderio di ogni famiglia dovrebbe essere quello di poter vivere con serenità, sapendo che il proprio figlio sta crescendo in un ambiente scolastico con tutta l’assistenza necessaria. Purtroppo, però, questo non accade sempre. Ci troviamo ad affrontare difficoltà che spesso non dipendono da noi, e che il sistema, purtroppo, non riesce a risolvere. Bambini come Andrea hanno un bisogno profondo di assistenza e attenzione. L’obiettivo non è solo favorire lo sviluppo delle competenze scolastiche, ma anche accompagnarli nella crescita delle autonomie personali, aiutandoli ad affrontare con coraggio le sfide quotidiane.

Non dobbiamo più tacere. Mio figlio, e tanti bambini come lui, meritano di essere ascoltati, rispettati e aiutati.

Mi auguro che questa piccola goccia nell’oceano venga condivisa, e che possa smuovere altre famiglie per farsi coraggio e farsi sentire».