situazione critica

Il posto del senzatetto morto sotto la chiesa di San Marco rioccupato poche ore dopo la tragedia

Altri clochard hanno già trovato riparo sotto lo stesso porticato dove è morto Dadrah Manjinder. Don Biaggi: «Ci fa sentire più impotenti»

Il posto del senzatetto morto sotto la chiesa di San Marco rioccupato poche ore dopo la tragedia

Il porticato della chiesa di San Marco in via Locatelli è tornato ad essere rifugio per i senza fissa dimora a poche ore dalla morte di Dadrah Manjinder. La sera stessa del ritrovamento del corpo dell’indiano di 47 anni, altri due clochard hanno trovato riparo nello stesso posto, proprio accanto ai ciclamini lasciati da qualcuno in sua memoria, come racconta il Corriere Bergamo.

Il dolore del parroco

«Due persone hanno subito preso il suo posto sotto il porticato, ci fa sentire ancora più impotenti» ha commentato amaramente don Pietro Biaggi durante la messa celebrata ieri. Il parroco, che conosceva bene Manjinder, ha voluto ricordarlo durante la celebrazione e ha annunciato che lo farà anche durante la messa prefestiva di sabato.

L’indiano era una presenza fissa davanti alla chiesa da almeno due anni, dove dormiva regolarmente. Non chiedeva soldi e generalmente non creava problemi, se non quando l’alcol prendeva il sopravvento – situazione che a gennaio aveva portato al suo arresto per resistenza a pubblico ufficiale dopo una chiamata del sagrestano alla polizia locale.

I gesti di solidarietà

Nonostante le preoccupazioni di alcuni anziani del quartiere, Manjinder era diventato destinatario di piccoli gesti di solidarietà quotidiana. Era abituale vedere residenti attraversare la strada dal bar Fermoposta per portargli qualcosa di caldo: un cappuccino, un caffè, una brioche.

Proprio questo era accaduto martedì mattina, quando un benefattore ignaro gli aveva lasciato un bicchierino di caffè con una bustina di zucchero e una brioche, senza rendersi conto che l’uomo non respirava più. Sono stati i soccorritori a trovare la colazione intatta, dopo l’allarme lanciato da un passante verso le 11.

Le indagini

Il pubblico ministero Emanuele Marchisio ha disposto l’autopsia, che si terrà il primo ottobre all’ospedale Papa Giovanni XXIII.

Sul corpo sono stati rilevati un livido, probabilmente conseguenza di una rissa di alcuni giorni prima, e un’escoriazione che l’uomo si era procurato lunedì sera cadendo in via Locatelli in stato di ebbrezza. In quell’occasione era stata chiamata l’ambulanza, ma Manjinder aveva rifiutato il ricovero.

Gli investigatori ipotizzano un malore o un trauma causato dalla caduta, escludendo praticamente una morte violenta.

Un’emergenza che continua

La rapidità con cui il posto è stato rioccupato testimonia quanto il fenomeno sia radicato in città. Ieri sera, durante il temporale, un’altra persona ha trovato riparo sotto il porticato, proprio accanto ai fiori lasciati per Manjinder.

Una situazione che evidenzia che «il problema non sia affatto risolto», come ribadito da don Biaggi, e non trova soluzioni definitive.