Non colpevole

Militare assolto dopo aver passato 13 mesi in carcere con l’accusa di tentato omicidio

La vittima è un ragazzo rimasto ferito mentre acquistava della droga. Si è trattato di un regolamento di conti tra bande rivali

Militare assolto dopo aver passato 13 mesi in carcere con l’accusa di tentato omicidio

Tredici mesi di carcere preventivo a San Vittore, un’accusa pesantissima di tentato omicidio e la prospettiva di una condanna a dieci anni. È la vicenda che ha coinvolto un caporal maggiore dell’Esercito di 43 anni, sospettato di aver sparato tredici colpi contro un giovane di origine marocchina a Cividate, nella Bassa bergamasca. Oggi (giovedì 25 settembre) ci sono delle novità, come riportano i colleghi di Prima Treviglio.

Gli indizi del caso 

Secondo l’accusa, l’agguato avrebbe avuto a che fare con un regolamento di conti legato al traffico di droga. La vittima, un 27enne arrivato da Pavia per un presunto acquisto di stupefacenti, era stata colpita dai proiettili a braccio e gamba. La difesa ha sostenuto fin dall’inizio l’estraneità del militare, indagato comunque in un’altra inchiesta su armi e stupefacenti. L’uomo, rapito e picchiato quattro giorni dopo i fatti, non ha mai chiarito l’accaduto. Gli inquirenti avevano raccolto alcuni indizi: la targa della sua Fiat Punto avvistata in zona e una testimonianza di un’amica che avrebbe confermato il suo alibi a Urago d’Oglio, ritenuta però poco credibile.

Nonostante gli indizi, nessuna prova concreta a collegare il militare ai bossoli trovati a terra. La difesa aveva sottolineato fin dall’inizio l’assurdità di un’azione tanto plateale, compiuta a volto scoperto, da parte di un soldato con una carriera pulita.

Non era lui

La svolta è arrivata in aula. Il ragazzo ferito non ha riconosciuto la cicatrice del militare e nemmeno la sua descrizione fisica coincideva. Alla fine, nessun collegamento materiale, e i giudici hanno scelto la via dell’assoluzione. Dopo tredici mesi, l’uomo torna finalmente libero. Quella che sembrava la cronaca di un presunto delitto si è trasformata, invece, nella storia di un equivoco.