Tra domenica 21 e sabato 27 settembre, l’Atalanta di Juric non ha portato a casa da Torino “solo” i 4 punti in classifica, ma ha anche lanciato segnali molto importanti a tutto l’ambiente. Perché, senza una sfilza di giocatori decisamente importante, la Dea ha giocato da squadra vera, tenendo alla grande il campo e conquistando punti che legittimano un lavoro molto positivo del tecnico e dei suoi ragazzi. Soprattutto contro la Juventus, una delle tre formazioni finora imbattute del campionato (con Atalanta e Cremonese), era complicato farlo, eppure la Dea ci è riuscita.
Chi è sceso in campo ha fatto vedere cose importanti, al punto che, senza l’erroraccio di Kossounou, magari staremmo a parlare di una gran vittoria contro i bianconeri. Ma la verità è che, su un campo complicato come quello dello Stadium, la Dea ha sofferto, poi ha reagito, è andata in vantaggio, ha sfiorato il bis e infine, dopo il pari di Cabal – fortunato e condizionato dal liscio dell’ivoriano -, ha saputo soffrire accettando la pressione della Juve in undici contro una Dea in dieci a causa del rosso a de Roon.
Forse con i cambi si poteva osare un po’ di più (Musah poteva entrare per il capitano. con Lookman per Sulemana), ma ci sta che questo ulteriore step di crescita venga fatto con il tempo.
Intanto la squadra che vediamo in campo ha una logica, è bilanciata, lascia la sensazione di essere molto coesa. E poi segna (10 gol in cinque giornate) subendo poco rispetto a quello che si poteva pensare (4 gol al passivo, di cui 2, quelli contro Pisa e Juventus, decisamente evitabili) e lasciando belle sensazioni per il futuro.