Uno faceva da palo, gli altri si avvicinavano alla vittima – a volte con il pretesto di chiedere una sigaretta – e poi, con l’uso delle minacce e della violenza, la rapinavano. L’intimidazione avveniva con una pistola o un coccio di bottiglia rotto, altre volte la vittima veniva presa a pugni. Le collanine, con veemenza, venivano strappate dal collo.
Adesso, dopo nove mesi, sono stati arrestati quattro marocchini per vari reati, a danno soprattutto di persone fragili, avvenuti tra Albino, Nembro e Ranica.
Soggetti pericolosi
Le manette sono scattate il 16 settembre nei confronti di quasi tutti i soggetti, irregolari in Italia, che avevano messo in piedi una vera e propria attività criminale in un garage di Albino. Alcuni di loro, a giudicare dalla fedina penale, non erano certo tipi tranquilli. Uno, A. A., classe ’96, è un senza fissa dimora, ma un altro, L.I., classe 2002 e pure lui senza una residenza, era già stato denunciato per tentato omicidio, lesioni personali, rapina aggravata, danneggiamento e reati in materia di stupefacenti.
Come se non bastasse un terzo, H. Z., classe 2004 residente a Pradalunga, ha invece alle spalle denunce per rapina in concorso e addirittura violenza sessuale. Infine il quarto, H.H., ancora classe ’96, residente nello stesso paese della Val Seriana e fratello del precedente, è un pregiudicato conosciuto dalle autorità per tentata rapina aggravata e tentato furto. Lo hanno anche denunciato per maltrattamenti in famiglia. Le autorità lo hanno individuato ed arrestato il 28 settembre scorso.
La base un box ad Albino
Le custodie cautelari in carcere a Bergamo, applicate dai carabinieri di Albino e Fiorano al Serio su coordinamento della Compagnia di Clusone, sono legate ad accuse di rapine, furti con strappo e lesioni personali. Secondo quanto emerso dalle indagini dei militari, ci sono gravi elementi indiziari nei confronti degli arrestati, i quali avevano costituito una banda di strada. La base era un box all’interno del quartiere Fiorito di Albino, in un’area urbana dismessa: da lì partivano per commettere rapine e scippi.
Le meticolose ricostruzioni fornite dalle vittime, confermate dall’acquisizione delle immagini di videosorveglianza e dal riconoscimento degli indagati, hanno permesso l’attribuzione di ruoli e compiti ben precisi. Un’organizzazione che secondo gli inquirenti aveva permesso loro, in meno di un anno, di sottrarre centomila euro in tutto ai malcapitati. Denaro che, in seguito, veniva speso in serate al bar e in albergo, in compagnia di ragazze.
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I reati contestati
Sette sono gli episodi contestati al gruppo criminale: a novembre 2024 ai danni di un centro massaggi di Ponteranica, dove avevano immobilizzato una dipendente e avevano asportato soldi e dispositivi elettronici. Poi, nel mese di aprile 2025, un cittadino italiano era stato attirato in una località isolata ad Albino, con la promessa di vendergli della droga, ma era stato invece rapinato: in quell’occasione, gli avevano puntato contro una pistola.
Lo stesso mese, a Nembro, avevano sottratto l’orologio a un anziano della zona, aggredendolo alle spalle e provocandogli lesioni in diverse parti del corpo. A maggio, ancora ad Albino, avevano rubato le offerte (quaranta euro) a un artista di strada che stava suonando, minacciando di fargliela pagare se li avesse denunciati.
A luglio, a Nembro, avevano aggredito a schiaffi e calci due giovani, sottraendo a uno di loro una collanina d’oro. Lo stesso mese, si erano resi responsabili del furto con strappo di una catenina ai danni di un ragazzino di quindici anni. Infine ad agosto, a Ranica, avevano rubato una catenina a una signora, strappandogliela dal collo. Il tutto, tenendo conto che il sospetto che abbiano pure fatto altro c’è in chi indaga, tant’è che ulteriori casi sarebbero in corso di accertamento.