Surreale

In codice rosso verso l’ospedale di Brescia, ambulanza di Bergamo multata da un autovelox

La contravvenzione di 53 euro pubblicata sui social dai soccorritori della Croce Verde. E non è nemmeno la prima volta che accade

In codice rosso verso l’ospedale di Brescia, ambulanza di Bergamo multata da un autovelox

Sembra surreale, ma è accaduto veramente. A Bergamo, un’ambulanza della Croce Verde di Bergamo (con sede a Brusaporto) che viaggiava a sirene spiegate verso l’ospedale è stata multata per aver oltrepassato il limite di velocità. Nonostante, a bordo, trasportasse un paziente in codice rosso, il più alto indice di gravità. Non è nemmeno la prima volta che accade: gli operatori hanno raccontato quanto accaduto sui social, generando una cascata di commenti e indignazione.

«Quando non supera i 50 euro, la paghiamo e basta»

Amare le parole degli operatori, pubblicate in un post Facebook. «Anche oggi – si legge – un’ora buona persa a fare ricorso all’ennesimo autovelox, perché l’ambulanza in sirena dall’ospedale di Treviglio alla neurorianimazione degli Spedali Civili di Brescia superava il limite di velocità, in codice rosso, con medico, infermiere e due soccorritori». In allegato, una fotografia della contravvenzione, comminata dagli agenti della polizia provinciale di Brescia, per un totale di 57 euro. «Ovviamente sarà archiviato», dopo la lunga trafila burocratica, «ma che noia», aggiungono.

Accade spesso, ha raccontato a La Repubblica il direttore della Croce Verde di Bergamo Erik Persico ha spiegato: «Ormai siamo arrivati al punto che, se la multa non supera l’importo di 50 euro e soprattutto non comporta la decurtazione di punti della patente per l’autista, preferiamo pagare e chiuderla lì». Ma i problemi non si limitato alle sole multe: a Milano, ha sottolineato Persico amareggiato, ambulanze e auto mediche non sono esentate automaticamente dal ticket della Ztl. E così, ogni due anni è necessario presentare una nuova domanda.

La contravvenzione di 53 euro

Un altro episodio, al limite dell’assurdo, è avvenuto tempo fa, quando la Prefettura di Brescia respinse il ricorso presentato dagli operatori: «Troppo stringato», la giustificazione. Si è dovuti ricorrere al giudice di pace, con conseguente «dispendio di tempo, denaro ed energie». In quell’occasione hanno presentato 34 pagine di documentazione: «Troppe», ha detto il giudice, provvedendo poi all’archiviazione del caso.

Ma la storia non è finita così, perché qualche mese più tardi i soccorritori hanno ricevuto un’ingiunzione di pagamento. Una nuova trafila: prima contattare la polizia locale, che l’ha dovuto comunicare alla Prefettura, la quale due mesi più tardi ha inviato un nuovo sollecito. E la trafila è ricominciata da capo. «Insomma: mesi e mesi di tempo per chiarire che quella sanzione era semplicemente assurda». Tra i commenti si scorgono le testimonianze di altri soccorritori, anche al di fuori della Lombardia: «Ragazzi, è normale – scrive un utente -. Noi della Misericordia di Torino sono anni che lottiamo e facciamo ricorso».