La prima notizia è che le elezioni provinciali si terranno nei primi mesi del prossimo anno. Non ci sarà dunque alcuna proroga al mandato del presidente della Provincia Pasquale Gandolfi: si vota a febbraio.
La seconda, più succosa, è che continuano le peripezie del Partito Democratico seguite al “caso Caravaggio” che ha terremotato la politica bergamasca. I dem sono alle prese con un disperato tentativo di recupero, a dire il vero a tempo scaduto, dopo essersi di fatto autoesclusi dalla gara provinciale.
Centrodestra unito, bye bye Pd
Intanto il centrodestra si frega le mani. Come anticipato la scorsa settimana, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia andranno uniti al voto in via Tasso e non solo. La decisione sarà ufficializzata il 7 ottobre a Roma. Ma è ormai certezza da un paio di settimane. L’accordo sarà ampio e a lungo termine. Varrà anche per le successive Amministrative, le Regionali e le Politiche. Con l’obbiettivo, neanche tanto campato per aria, di far filotto. «Quando il centrodestra va unito – dice il segretario provinciale e vicecoordinatore regionale della Lega Fabrizio Sala – di solito vince. Stavolta c’è spazio per tutti. Vedremo in fase di trattativa come muoverci. Certo è che i partiti del centrodestra dispongono dappertutto di ottimi candidati».
«Il 7 ottobre sarò a Roma – conferma il segretario provinciale azzurro Umberto Valois – per un accordo che riguarderà in prima istanza il centrodestra unito in Provincia, a Treviglio, Caravaggio, Cologno, Urgnano e in seconda istanza l’intesa a Clusone e in tutti i Comuni sopra i cinquemila abitanti».

Stando ai calcoli, il centrodestra in Provincia sarebbe avanti e parecchio. Di diecimila punti ponderali, quanto tre Comuni grandi come Treviglio. Per cercare di colmare il divario il Pd tenterà di recuperare voti da qualche sindaco del fronte opposto con cui ha avuto rapporti in passato. È presumibile però che il centrodestra faccia altrettanto, sottraendo ulteriori sindaci al Pd – e allargando il gap – come già accaduto (vedi Claudio Bolandrini a Caravaggio). Con il rischio che le elezioni provinciali si trasformino in un referendum sulla segreteria dem di Gabriele Giudici, all’origine del terremoto.

I dolori dei dem
Per il Partito Democratico dunque lo scenario si fa particolarmente complicato. In un estremo tentativo di entrare nella futura maggioranza in Provincia, in settimana Giudici ha incontrato l’azzurro Valois. Avrebbe paventato a Forza Italia un percorso condiviso. Verso cosa, non è dato sapere. Certo è che i matrimoni si fanno in due, e qui la sposa è scappata da un pezzo. Valois gli avrebbe risposto, per la seconda volta in due settimane, con un sonoro “no grazie, fuori tempo massimo”.
L’ipotesi di un accordo a posteriori al momento pare pura illusione. La vecchia maggioranza Pd-Lega-Forza Italia in Provincia è morta e sepolta. Mandata in soffitta dalle mosse azzardate (…)