di Monica Sorti
«Da oggi sarò in vacanza eterna». Comincia così la chiacchierata con don Camillo all’indomani della festa per il suo saluto alla comunità di Albegno di Treviolo. Il don spiega che nei giorni scorsi ha fatto la spola con Foresto Sparso per sistemare le due case.
Gli chiediamo un riassunto di questi nove anni. «Sono un pezzo di vita, impegnativo ma bello e costruttivo. A non tutti sono entrato in simpatia, ma anche quelli hanno contribuito indirettamente a insegnarmi un po’ di cose perché il contrasto e la contrapposizione, nella misura in cui la accetti, ti aiuta a maturare e a equilibrarti».
Oltre che sacerdote, scrittore, poeta, camminatore è anche giornalista. Con il suo avvento a Treviolo è cominciata la pubblicazione de “La Torre campanaria”, un settimanale che ha avuto un grandissimo seguito di lettori. «L’ho ritenuto importante, ha permesso di creare una continuità. Quello che è scritto non lo puoi interpretare, è lì. Mentre quello che senti a volte lo puoi manomettere». Perché, come si suol dire, “verba volant, scripta manent”. «Ora userò i social per continuare a comunicare, mantenere viva l’attenzione e riflettere».
Chiediamo al don cosa è cambiato in nove anni. «Posso parlare di quello che è cambiato dal punto di vista morfologico della parrocchia, di quello morale dovranno essere le persone a dirlo. Abbiamo sistemato la zona del vecchio campo sportivo che non veniva quasi più utilizzato se non per gli allenamenti del Trealbe. D’accordo con il Comune abbiamo fatto un parcheggio, allargato il vicolo don Carlo Angeretti, ricavato dei campi di gioco».
Il progetto originale prevedeva anche una sala giochi con annesso il bar, per unire tutto nello spazio dell’oratorio. «Ma abbiamo dovuto rinunciare e cambiare il progetto. Ora si rifaranno gli spogliatoi con il contributo del Comune e come sala giochi abbiamo riciclato le tende dormitorio del campeggio (…)