Adesso che è entrato e ha fatto bene, la domanda che tanti si pongono è semplice: come fai a lasciarlo fuori?
Honest Ahanor, dalla mezz’ora scarsa di Torino-Atalanta, ha completamente ribaltato le valutazioni sul suo conto. Anzi, sul suo acquisto. Perché i 20 milioni (bonus compresi) che l’Atalanta ha pagato per il suo cartellino sono passati dall’essere considerati da tanti (troppi secondo il tribunale social) addirittura pochi.
La verità è che il ragazzo, in poche partite (Torino, Juventus, Club Brugge e Como), ha fatto capire che vale tanto. Pare un predestinato. Ora, però, non bisogna sbagliare la sua gestione. Parliamo di un ragazzo del 2008 che finora ha sbagliato pochissimo, ma che sbaglierà; un giovanotto che ha tutto il diritto di farlo, perché la crescita passa anche da momenti difficili.
Detto ciò, ha mezzi indubbiamente importanti, non sembra sentire la pressione e all’alba del mese di ottobre ha già dimostrato la cosa più importante: non è un “pezzo” della rosa, bensì un’opzione di grande livello.
Quando torneranno anche Scalvini, Kossounou e Kolasinac, l’Atalanta avrà sei difensori per tre posti, non cinque più Ahanor. Metterlo davanti a tutti sarebbe sbagliato, ma altrettanto sarebbe metterlo in fondo alle gerarchie. Ci sono un sacco di partite, le ultime prestazioni hanno messo il numero 69 della Dea sotto i riflettori, ma restarci non sarà semplice e, soprattutto, se lo dovrà meritare allenamento dopo allenamento.