Un abbraccio caloroso, intenso e sentito in una fredda serata di inizio ottobre. Dario Crippa, il 25enne di Bergamo e tra gli attivisti parte della Global Sumud Flotilla, è tornato a casa ieri (lunedì 6 ottobre) e ad accoglierlo nella “sua” Monterosso c’erano un centinaio di persone, commosse e gioiose.
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Abbracci, commozione e sorrisi
Il giovane è atterrato da un volo da Atene alle 19.20 all’aeroporto di Malpensa. Ad attenderlo, con uno striscione con scritto «Bentornato Dado», il padre e la madre (l’assessora all’Istruzione e alla Pace di Bergamo, Marzia Marchesi), la fidanzata, la sorella. Ma momenti ancora più emozionanti si sono vissuti quando Dario e i familiari sono tornati in città: amici, conoscenti e molte altre persone si sono date appuntamento in piazza Pacati per riabbracciare questo coraggioso giovane.
Lumini e barchette di carta, oltre che canti e applausi, hanno quindi accolto Crippa all’arrivo a Bergamo, alle 21.30 circa. Tutti i presenti hanno voluto abbracciarlo, dargli il bentornato. E lui ha ricambiato, sorridente, sebbene la stanchezza del viaggio e degli ultimi, difficili giorni trasparisse evidentemente dai suoi occhi.
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«Trattamento inumano»
«È stata dura, ma rifarei assolutamente questo viaggio – ha detto Crippa -. Abbiamo subito un trattamento inumano, ci hanno rapiti in acque internazionali, non abbiamo avuto accesso a medicine e hanno violato i nostri diritti. Ci hanno picchiato una volta giunti al porto di Ashdod».
Per ripercorrere i momenti più duri vissuti in questi giorni ci sarà tempo, ma davanti alle domande dei giornalisti, Crippa, ancora in ciabatte, pantaloni della tuta e maglietta a maniche corte, non si è tirato indietro: «In carcere non c’era niente e non ci davano niente. Anche l’acqua, dovevamo bere quella del rubinetto, calda e malsana. Non ci facevano dormire, ogni notte ci spostavano puntandoci contro i kalashnikov. Ma è un decimo di quello che accade ai palestinesi. Nello stesso carcere, a loro succede molto di peggio. Noi volevamo solo portare aiuti a una popolazione che soffre la fame da due anni».
«Un momento bellissimo»
Dopo le parole, spazio alla festa. Con papà Paolo e mamma Marzia un po’ defilati, ma anche loro abbracciati dai tanti presenti. «È un momento bellissimo – ha detto l’assessora -. È come ritrovare tutti i pezzi della nostra vita qui, in unico posto, e tutti per Dado».
Crippa è tornato ieri in Italia insieme agli altri quattordici italiani della Flotilla che avevano deciso di non firmare il foglio di rilascio volontario proposto da Israele (sottoscritto invece dagli altri 26 connazionali rientrati sabato) e preferito attendere l’espulsione coatta. Una sorta di ulteriore forma di contestazione nei confronti di Israele.