Da mezzo secolo custodisce l’anima più autentica del Natale. E, per celebrare i suoi cinquant’anni di storia, il Museo del presepio di Brembo di Dalmine ha aperto le porte il 28 settembre con una cerimonia che ha proiettato la tradizione orobica su un palcoscenico internazionale grazie a un inatteso gemellaggio culturale.
Ospite d’eccezione è stata infatti la console del Perù a Milano Ana Teresa Lecaros Terry che ha onorato l’evento con il prestito di tre presepi peruviani. Un’occasione che ha ribadito il valore universale di un’arte che è fede, memoria e speranza.
La storia
La nascita del museo è legata a doppio filo alla figura di don Giacomo Piazzoli (1908-1988). Ordinato sacerdote nel 1947, divenne il primo parroco di Brembo e un così appassionato collezionista e costruttore di presepi da essere soprannominato «il parroco del presepio». Dalla metà degli anni Sessanta collaborò alla fondazione della sezione di Brembo dell’associazione italiana Amici del presepio.

La sua passione lo spinse a trasformare un semplice fienile in via XXV aprile in un luogo dedicato all’arte della natività. Fu lì che, il 28 settembre 1975, venne inaugurato il Museo del presepio di Brembo, oggi punto di riferimento per fedeli, appassionati d’arte e chiunque voglia conoscere le tradizioni del territorio bergamasco. Il coraggio e la visione di don Piazzoli nel creare uno dei primi musei del genere in Italia sono stati ricordati con orgoglio dall’attuale presidente dell’associazione, Angelo Sorti.
La collezione
A mantenere vivo il museo, aperto tutto l’anno, è il lavoro di sedici volontari, alcuni presenti fin dalla fondazione. La conservatrice Barbara Crivellari ha sintetizzato il senso profondo del museo definendolo «non solo uno spazio espositivo, ma un luogo vivo, abitato dalla fede e dalla passione di tanti. È una casa che racconta ogni giorno la bellezza dell’arte presepiale».

Oggi, su 700 metri quadrati, la struttura ospita una collezione di circa 900 opere. Il patrimonio include (…)