5 motivi per mangiare con lentezza Ci guadagnate in salute, linea e...
Stop ai ritmi frenetici. Almeno dal 7 giugno – data in cui si è celebrata ufficialmente la Giornata Mondiale della Lentezza – e fino al 13 giugno in cui l’andare quoncio quoncio, per dirlo alla napoletana è concesso. Perfino nel mangiare, attività fondamentale in cui la lentezza dovrebbe essere la regola sempre, e non a giorni stabiliti. Già, perché assaporare il cibo invece di divorarlo permette non solo di gustare maggiormente ciò che si mangia, ma anche di fare un regalo alla linea e soprattutto alla salute. Lo asseriscono i ricercatori del Centro di Ricerca Nestlé dopo aver condotto diversi studi in collaborazione con l'Università di Wageningen (Paesi Bassi). Cerchiamo di capirne di più.
La lentezza non è nel nostro DNA. Almeno a tavola. I dati della sesta edizione dell'Osservatorio Nestlé-Fondazione Adi sugli stili di vita e le abitudini alimentari degli italiani rivelerebbero infatti che fin dalla più giovane età il cibo viene consumato alla mordi e fuggi, quasi con il cronometro in mano. Un’indagine attesterebbe addirittura che i giovani sprecherebbero solo 22 minuti del loro tempo per pranzare, con punte record di appena 15 minuti per 1 ragazzo su 5. Ed è un gran peccato, perché, analizzata la correlazione tra le caratteristiche di un pasto, la velocità di masticazione del cibo, il senso di sazietà e, di conseguenza, l'assunzione di nutrienti e calorie, i ricercatori di Nestlé avrebbero dimostrato che mangiare in velocità fa perdere in benessere e acquistare in ciccia.
A fare la differenza nel processo masticatorio sembrerebbe essere soprattutto la consistenza del cibo: i cibi più morbidi, come le puree di verdure ad esempio, le lasagne e i pomodori pelati, verrebbero ingeriti in grandi bocconi e sottoposti a pochi atti masticatori, il che significa un tasso di assunzione di cibo al minuto considerevolmente maggiore rispetto a alimenti solidi. Ovvero un piatto di purè, poco appagante per l’appetito, verrebbe masticato solo 27 volte contro la stessa quantità di patate sminuzzata con 488 atti masticatori. All’opposto, i cibi ingeriti in piccoli morsi e masticati per lungo tempo aumenterebbero il senso di sazietà con una conseguente riduzione delle quantità assunte, a favore della linea. Tanto che chi mangia verdure e bistecca, consumerebbe il 10 percento in meno rispetto a chi consuma il passato di verdure e la bistecca in pezzi, con una velocità di consumo superiore del 20 percento pari a 10 grammi di cibo ingerito in più al minuto.
Perché prediligere, almeno a tavola, la lentezza? I buoni motivi sono almeno cinque.
- Per dimagrire. La dice lunga la dieta macrobiotica, che promuove la filosofia del masticare bene e a lungo, almeno 30 volte ogni boccone. Atto lento utile a stimolare anche il senso di senso di sazietà: ovvero meno cibo, meno peso, migliore forma fisica. Con anche un ulteriore vantaggio, perché mangiare lentamente limita pure il rischio di insorgenza di attacchi di fame, che significa in buona sostanza meno junk-food fuori pasto.
- Per migliorare la digestione. Masticare bene e a lungo rende migliore la digeribilità poiché gli alimenti vengono pre-digeriti a livello della bocca, grazie all'azione della saliva, e arrivano più leggeri allo stomaco. Ma la lentezza riduce anche le probabilità di comparsa di reflusso gastrico che insorge quando una parte del cibo e degli acidi dello stomaco risalgono in modo anomalo verso l'esofago, provocando fastidi e bruciori.
- Per gustarsi il cibo e la compagnia. Assaporare lentamente i bocconi consente infatti di individuare tutti i differenti sapori che sono presenti in un piatto. Non va poi trascurato il fatto che la pausa pranzo e la cena possono rappresentare delle occasioni importanti di socializzazione con i colleghi o di convivialità con la famiglia.
- Per ridurre ansia e stress. Ovvero, quando si è seduti a tavola, meglio lasciare da parte tutte le preoccupazioni della giornata, concentrandosi solo sul cibo. La cattiva masticazione, fatta in fretta, potrebbe infatti essere causa di un malassorbimento di nutrienti essenziali, un'evenienza che sarebbe in grado di influenzare tutto il nostro corpo, compreso il sistema nervoso. Al contrario, prendersi i tempi necessari per consumare i propri pasti con calma garantisce una riduzione dell'ansia e favorisce il benessere psico-fisico.
- Per prevenire l’insulino-resistenza. Secondo una ricerca giapponese, mangiare rapidamente potrebbe associarsi anche allo sviluppo della resistenza all'insulina. L'insulina è l'ormone che il nostro corpo produce per far sì che gli zuccheri vengano assorbiti dalle cellule e si trasformino in energia, ma se questo processo non avviene in maniera corretta, può portare ad incrementare il rischio di diabete o di problemi cardiaci. Inoltre mangiare in fretta pare anche influenzare la sindrome metabolica, che può combinare ipertensione, obesità e l'insulino-resistenza stessa.
Insomma, a conti fatti, a tavolameglio prendersi il proprio tempo. È tutta salute.