Il filone capitolino dell'inchiesta

I familiari delle vittime Covid il 17 ottobre saranno a Roma, davanti al Tribunale, per l’udienza preliminare

Alla sbarra andranno i funzionari del Ministero della Salute per le loro presunte mancanze su piano pandemico ed emergenza

I familiari delle vittime Covid il 17 ottobre saranno a Roma, davanti al Tribunale, per l’udienza preliminare

 In apertura: i familiari e i legali a Roma a giugno 2024 per la discussione dell’opposizione all’archiviazione

Si terrà il prossimo venerdì 17 ottobre, alle 9.30, al Tribunale penale di Piazzale Clodio a Roma l’udienza preliminare sull’imputazione coatta nei confronti dei funzionari del Ministero della Salute, nel contesto dell’inchiesta Covid. Un momento in cui si tornerà anche sul tema dell’aggiornamento del piano pandemico.

Alla sbarra andranno Ranieri Guerra, Giuseppe Ruocco, Francesco Maraglino e Maria Grazia Pompa nella loro veste , al tempo dell’emergenza sanitaria, di direttori generali della Prevenzione e segretario generale del Ministero della Salute (Ruocco) a partire dal 2013.

L’ipotesi sulla mancata preparazione alla pandemia

L’udienza si inserisce nel filone romano della maxi inchiesta della Procura di Bergamo, che aveva indagato sulle responsabilità politiche e tecniche della gestione delle prime fasi della pandemia, conclusasi a marzo 2023 e per competenza territoriale andata a Roma. Si tratta della parte sul mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale in vigore al gennaio del 2020 e, in generale, sulla mancata preparazione dell’Italia a rispondere alla pandemia ampiamente annunciata dall’Oms.

Il filone è rimasto aperto grazie all’opposizione all’archiviazione proposta dai legali dei familiari delle vittime dell’Associazione #Sereniesempreuniti, che a giugno dello scorso anno aveva visto la discussione in aula davanti al gip Anna Maria Gavoni, la quale all’esito aveva imposto l’imputazione coatta. A Roma saranno presenti decine di familiari di diverse parti d’Italia, a manifestare l’appoggio ai legali che li rappresentano da oltre cinque anni in questa battaglia legale.

Per la prima volta in Aula

«Saremo a Roma al fianco dei nostri legali con molti dei nostro aderenti – commentano dal direttivo di #Sereniesempreuniti – perché è un’azione che incarna il senso civico di tutti i cittadini che hanno perso qualcuno per la negligenza di questi tecnici o che, comunque, hanno rischiato di essere esposti al pericolo per la loro vita, in conseguenza delle omissioni che sono perdurate negli anni contribuendo ad esporre l’Italia alla pandemia». Anche l’associazione sarà tra le parti offese e chiederà di essere autorizzata a costituirsi parte civile. In aula saranno presenti i legali dei familiari e quelli degli imputati.

«Crediamo fermamente nell’istituzione giustizia – commenta Consuelo Locati del team legale – e confidiamo che i diritti dei familiari e di coloro che hanno subito un danno possano trovare un’adeguata tutela in un processo, perché questo è il senso del lavoro che da cinque anni stiamo portando avanti per far emergere la verità giudiziaria e le responsabilità di cui funzionari e dirigenti dovranno farsi carico, anche di fronte a tutti i cittadini italiani».

Tra pochi giorni quindi i familiari vedranno per la prima volta portare in Aula le loro denunce: mancanza di dispositivi di protezione individuale (per esempio, le mascherine), mancata istituzione della zona rossa, mancato isolamento, mancanza di tamponi. «Avevano già trovato una conferma della fondatezza nelle perizie tecniche dei professionisti incaricati dalla Procura di Bergamo – hanno concluso dall’associazione -. Di fatto, se l’Italia fosse stata pronta, non ci sarebbe stata la strage così come si è verificata».