Dai braccioli alle rastrelliere

Rimosse le panchine vicino la Galleria Fanzago. Carrara polemico: «Il degrado ha vinto»

A stretto giro la risposta dell'assessore alla Sicurezza Angeloni: «La situazione in passato era diversa, invece negli ultimi tempi gli eroinomani ci lasciavano le siringhe»

Rimosse le panchine vicino la Galleria Fanzago. Carrara polemico: «Il degrado ha vinto»

Foto dalla pagina Facebook di Alessandro Carrara

Avevano fatto tanto discutere più di dieci anni fa, al tempo della prima campagna elettorale di Giorgio Gori: adesso le panchine accanto alla galleria Fanzago, in via Papa Giovanni a Bergamo, sono sparite. Rimosse, sostituite da rastrelliere per biciclette.

Occupate da sbandati

Il motivo è presto detto: erano occupate molto spesso da senzatetto, sbandati, drogati o spacciatori. Maranza, al pomeriggio. Senza fissa dimora a parte – che sono in aumento e per cui è necessario un potenziamento dei servizi di assistenza –  le frequentazioni della zona preoccupano da tempo residenti e commercianti. Ecco quindi che il Comune ha deciso di risolvere la questione alla radice.

I braccioli della discordia

Le panchine d’arredo urbano erano già state al centro di polemiche nel 2014, quando si avvicinavano le amministrative e a Palazzo Frizzoni il sindaco Franco Tentorio, centrodestra, era quasi arrivato al termine del suo mandato. L’assessore alla Sicurezza, il leghista Massimo Bandera, aveva disposto che al centro delle sedute fossero installati dei braccioli in metallo contro i possibili bivacchi. In pratica, impediva di sdraiarsi, ci si poteva solo sedere.

Il centrosinistra definì l’iniziativa razzista e crudele. Le panchine finirono al centro della campagna elettorale vinta da Gori (celebre una sua posa accanto a un africano sulle panchine). Arrivato in Comune, il nuovo sindaco fece rimuovere i divisori, durati 65 giorni, poco più di due mesi.

Carrara: «Adesso chiedete scusa»

Poi, nel 2022, Alessandro Carrara, consigliere comunale d’opposizione, chiese di rimuovere le intere panchine diventate talvolta centro di gravità del degrado. L’Amministrazione aveva risposto con un secco “no, sono luoghi di socialità, non si toccano e non si cambia niente”.

Oggi dunque sui social il consigliere ha deciso di togliersi il sassolino dalla scarpa. «Quando una città è costretta a rinunciare ai propri spazi perché ha paura, vuol dire che il degrado ha vinto – ha esordito in un post su Facebook -. E una semplice panchina diventa il simbolo di una sconfitta più grande. Avevamo chiesto di rimuoverle anni fa, proprio perché la situazione era diventata insostenibile. Ci hanno risposto che erano luoghi di socialità, negando l’evidenza. Oggi, senza dire nulla, quelle panchine sono sparite. La sinistra si è ritrovata a fare ciò che per anni ha rifiutato, mentre residenti e commercianti hanno pagato il prezzo dell’inerzia. La sconfitta non è averle tolte. È averlo fatto troppo tardi. Qualcuno dovrebbe avere il coraggio di chiedere scusa».

L’assessore Angeloni: «La situazione era diversa»

L’assessore alla sicurezza Giacomo Angeloni, che negli scorsi giorni si è anche rivolto ai negozianti per chiedere se qualcuno fosse interessato a gestire un dehor al posto di quello spazio, ci ha tenuto però a fare alcune precisazioni.

«Non credo che toglierle risolverà i problemi della zona – ha detto al Corriere Bergamo -. la situazione era diventata ingestibile. Qui noi abbiamo una situazione di eroinomani che infilavano gli aghi delle siringhe dentro le panchine. Ai tempi del bracciolo si parlava di persone sdraiate, stranieri, senza fissa dimora: è un’altra cosa. Noi siamo arrivati a una situazione di continue risse e liti su chi si sedeva. E bottiglie lanciate per strada. Qui la Questura ha fatto cinque o sei fermi». Insomma, la situazione quando c’era il centrodestra a Palazzo Frizzoni era diversa, adesso è più grave».