femminicidio

La salma di Pamela Genini da domani (21 ottobre) sarà a Villa d’Almè. I funerali venerdì a Strozza

Il magistrato ha concesso il nullaosta per il trasferimento della salma. La famiglia chiede rispetto: «Basta interviste, lasciateci nel nostro lutto»

La salma di Pamela Genini da domani (21 ottobre) sarà a Villa d’Almè. I funerali venerdì a Strozza

Nella mattinata di oggi (lunedì 20 ottobre), il magistrato ha concesso il nullaosta per il trasferimento della salma di Pamela Genini. La 29enne, originaria di Strozza, in Valle Imagna, è stata uccisa una settimana fa a Milano dal compagno Gianluca Soncin con oltre 30 coltellate.

La camera ardente

La salma sarà trasferita nella Casa del commiato Dadda Boffelli di via Brughiera 5 a Villa d’Almè da domani, martedì 21 ottobre. La camera ardente sarà aperta a partire dalle 15 per le visite ristrette a familiari e amici della vittima. Mercoledì l’apertura continuerà soltanto per le persone a lei care, mentre giovedì la camera ardente rimarrà chiusa al pubblico.

I funerali

La cerimonia funebre è stata fissata per venerdì 24 ottobre alle 10.30 nella chiesa parrocchiale di Strozza, preceduta da mezz’ora di rosario. Inizialmente prevista per giovedì, è stata spostata in seguito all’allerta meteo che avrebbe potuto complicare lo svolgimento della cerimonia, considerata l’alta partecipazione prevista.

Come riportato dal Corriere Bergamo, la famiglia ha autorizzato il posizionamento di telecamere all’interno della chiesa. Dopo la cerimonia, il corpo verrà tumulato nel cimitero del paese della Valle Imagna.

L’appello della famiglia

Nel frattempo, sul citofono della casa di Strozza dove vive la madre di Pamela è apparso un cartello scritto a mano con un accorato appello alla discrezione: «Non rilasciamo più interviste. Abbiamo già detto tutto. Lasciateci nel nostro lutto, chiediamo rispetto, di lasciarci soli». Un messaggio che riflette il dolore della famiglia di fronte all’attenzione mediatica che ha circondato il tragico evento.

Proseguono le indagini

Intanto, in Procura a Milano sono iniziate lunedì le audizioni dei testimoni. Gli investigatori della polizia di Stato, coordinati dall’aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo, stanno raccogliendo le testimonianze di amici e persone che conoscevano Pamela per ricostruire l’anno e mezzo di violenze, pestaggi e vessazioni messi in atto da Soncin.

Tra i testimoni che verranno ascoltati figurano gli ex fidanzati di Pamela, rimasti in buoni rapporti con la vittima e che l’hanno aiutata nel tentativo di proteggerla. Uno di loro, che era al telefono con Pamela al momento del delitto, fornirà elementi preziosi per ricostruire il contesto dei fatti.

Tra le altre persone da sentire figurano un’amica che aveva lanciato con la vittima una linea di bikini e un’altra ragazza che, secondo quanto riferito, sarebbe stata sottoposta a controllo ossessivo da parte di Soncin.

Il fallimento del “codice rosso”

Gli inquirenti intendono acquisire tutta la documentazione relativa agli episodi di violenza subiti da Pamela. Tra questi figurano l’aggressione avvenuta a Cervia nel settembre 2024, dove Soncin le ha rotto un dito, e l’episodio presso un albergo all’Isola d’Elba durante una vacanza estiva, quando l’uomo l’avrebbe aggredita «con calci e pugni» e «minacciata con cocci di vetro», tentando anche di «buttarla dal balcone».

Un elemento critico riguarda il mancato attivamento della procedura di protezione «codice rosso» in seguito al referto medico dell’ospedale di Seriate nel settembre 2024, quando Pamela si era presentata con un dito fratturato e aveva confessato al personale sanitario di essere stata picchiata da Soncin, senza però sporgere denuncia.

La Procura di Bergamo sta indagando sulle eventuali falle nella procedura tra Bergamo e Ravenna che avrebbero potuto salvare la vita alla giovane. Soncin durante entrambi gli interrogatori si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il 52enne originario di Biella, al momento, rimarrà in carcere con l’accusa di omicidio pluriaggravato dalla crudeltà e dalla premeditazione in attesa della conclusione delle indagini.