È un successo letterario che non accenna a fermarsi. I suoi primi tre romanzi, pubblicati in esclusiva per il gruppo americano Amazon Books, hanno scalato la vetta dei libri più venduti e più regalati. Per verificarlo è sufficiente visitare il sito internet che, in alto a sinistra accanto al titolo, applica un’etichetta colorata per indicare il posto che il romanzo occupa in classifica. Tutto è iniziato poco meno di tre anni fa quando Gianni Decimo, autore originario di Caprino Bergamasco dove è nato e cresciuto, ha ceduto al gruppo statunitense l’esclusiva assoluta per la promozione e la vendita delle sue opere. Oggi lo scrittore presenta al pubblico il quarto romanzo: “Il segreto di Monterado”. Si tratta di un racconto di oltre duecento pagine, molto atteso dai lettori. La curiosità è tanta e le aspettative altissime. Qualcuno parla già di un successo annunciato. I teatri in cui si svolgeranno le presentazioni sono sold – out, impossibile trovare posto. Il lancio a Roma ha registrato il tutto esaurito per tre sere consecutive.
Soddisfatto dei risultati?
“Sapere che i lettori mi seguono con tanto affetto è una soddisfazione che non ha prezzo. Debbo ammettere, però, di avere un po’ di paura”.
Paura di cosa?
“Di non essere all’altezza delle aspettative. Ho un pubblico esigente che si aspetta molto da me. È un grande onore, ma anche una forte responsabilità”.
Come esorcizzi questa paura?
“Pensando che il romanzo più bello sarà quello che scriverò domani, non quello che ho già scritto. Questo pensiero mi spinge a fare sempre meglio”.
Cosa fai per tenerti in allenamento?
“Leggo molto, almeno un paio di romanzi la settimana. Leggere è un esercizio importante per tutti: serve a mantenere la mente allenata ed elastica”.
La stilosa rivista inglese Switch Style ti ha definito uno scrittore di grande talento …
“Sono onorato della definizione, ma non penso di esserlo. Scrivo come tanti, con naturalezza e semplicità, la mia scrittura non ha nulla di straordinario”.
Oggi sei uno scrittore a tempo pieno?
“Sì, ma non solo di romanzi. Scrivo anche documentari che vengono poi tradotti in diverse lingue e trasmessi sulle principali televisioni di tutto il mondo dal Gruppo Sky”.
È vero che i tuoi romanzi nascono tutti a Santorini?
“A Santorini ho preso casa, ci trascorro diversi mesi l’anno, è l’unico luogo al mondo dove riesco a concentrarmi. L’ispirazione di ogni romanzo e la sua struttura nascono là, in Grecia, mentre la stesura la porto avanti in Italia durante l’inverno”.
Come ti organizzi per scrivere?
“Scrivo sempre la notte, mai durante il giorno. Non faccio la brutta, ma compongo di getto. Non sono un geometra o un commerciale, ma un creativo, e la mia scrittura non è frutto di calcoli, di progetti o di schemi”.
Però sei al quarto libro e il quinto è in cantiere, quindi vuol dire che scrivi molto.
“Ripeto: scrivere è un’arte, non un lavoro. Non sono un dipendente, non devo timbrare il cartellino. Se fosse un impiego a ore, quindi un obbligo, non mi piacerebbe farlo”.
Di cosa parla il nuovo romanzo?
“Di Olocausto, di Shoah, di milioni di bambini ebrei che cercavano scampo da un male satanico come il nazismo e il coraggio di tanti italiani che li hanno salvati rischiando la vita in prima persona”.
Anche questa volta ci sarà un tour di presentazioni in giro per l’Italia?
“Il lancio è avvenuto a Roma, come da tradizione, nel fine settimana dell’Immacolata, in tre serate andate tutte sold – out. Da gennaio, invece, girerò i teatri italiani fino a primavera quando si concluderà la promozione”.
Come fai a riempire i teatri fino al tutto esaurito? Teatri da oltre seicento posti.
“A dire il vero non saprei. Mi limito a mettere fuori la locandina e ad avvisare i lettori attraverso le mie pagine social. I teatri sono il momento migliore per uno scrittore, quello in cui incontra i lettori e ascolta dal vivo le loro recensioni”.
Quando hai deciso di diventare uno scrittore?
“Ho cominciato a diciannove anni a scrivere per la televisione. Mi sono occupato di tutti i generi televisivi, nessuno escluso. Oggi la televisione italiana è morta, non ha futuro, non avrebbe senso lavorare ancora per lei, meglio scrivere romanzi e documentari per i grandi network internazionali”.
Tu la guardi la televisione?
“La lascio spenta, così è lei che mi guarda mentre scrivo”.
Come definiresti la televisione italiana di oggi?
“Vecchia, superata, noiosa, patetica, in buona parte zotica e volgare. È diventato un elettrodomestico per anziani, i ragazzi non la guardano e fanno benissimo”.
Ci sono personaggi televisivi che apprezzi?
“Ho sempre ammirato tantissimo Melissa Satta. Ha fatto il liceo classico, parla un inglese perfetto, è una ragazza molto intelligente e istruita che ha saputo costruirsi un’immagine internazionale grazie alla quale è molto apprezzata all’estero dove lavora molto”.
Come si diventa romanzieri?
“Come per tutte le attività artistiche bisogna provare, rischiare senza aspettarsi nulla dagli altri e senza avere paura. Tutti sappiamo scrivere, tutti possiamo farlo, bisogna solo tentare. Non esiste il talento, ma attitudini e passioni da coltivare a far crescere”.
La scuola è importante per diventare scrittori?
“No, per nulla. La scuola ragiona secondo gli schemi dei programmi ministeriali. La scrittura, al contrario, è arte e soprattutto libertà”.
Tu andavi bene a scuola?
“Facevo il minimo indispensabile per non essere bocciato, per me la sufficienza era un successo. Non volevo che lo studio mi togliesse da altre passioni o dal tempo libero”.
Hai frequentato il prestigioso liceo classico Paolo Sarpi. Lo rifaresti?
“Nemmeno per sogno, ho un pessimo ricordo di quel liceo, soprattutto dei suoi insegnanti a cominciare da quella di italiano che, al ginnasio, diceva che non sapevo scrivere e che non avrei mai fatto lo scrittore: eccomi qua!”.
Hai cominciato a lavorare subito dopo il liceo?
“Ho fatto la maturità nel mese di luglio del 1997. Due mesi dopo ero in Mediaset presso Laboratorio 5, una scuola di televisione che mi ha introdotto subito nel mondo delle trasmissioni. Sono stati anni bellissimi e molto formativi”.
Se tornassi indietro faresti l’università?
“No, per il mio lavoro non serve. Un buon liceo è più che sufficiente. E soprattutto una valida scuola di scrittura creativa come quella che ho frequentato in Mediaset”.
Anche questo nuovo romanzo è promosso e distribuito da Amazon Books?
“Sì, anche questo. Non tutti lo sanno, ma Amazon Books è nata nel 1994 come libreria con una vastissima scelta di titoli. Negli anni è cresciuta fino a diventare la numero uno indiscussa delle pubblicazioni indipendenti”.
Hai mai avuto editori italiani?
“In passato ne ho avuti uno di Firenze e due romani. Sono state esperienze deludenti e pessime sotto ogni punto di vista, da quello artistico a quello commerciale. L’Italia, patria delle lettere e dell’arte, ha un mercato editoriale vergognoso”.
Che differenza c’è tra Amazon Books e gli editori italiani?
“Amazon Books è di filosofia americana, offre una possibilità di successo a tutti, premiando il talento, la meritocrazia, le capacità. In Italia si premiano le conoscenze, le amicizie, le raccomandazioni, le mazzette, i compromessi a carattere politico e sessuale”.
Le recensioni che compaiono su Amazon Books sono autentiche?
“Bisogna prestare molta attenzione al discorso delle recensioni. Purtroppo, infatti, i grossi gruppi editoriali le comprano da agenzie specializzate al fine di promuovere i loro autori. Direi che le prime cento sono sempre autentiche, le successive sono dubbie ed è bene che un autore le faccia eliminare se non corrispondono a criteri di trasparenza”.
Quali scrittori ti piacciono?
“Arto Paasilinna, Aris Fakinos, Jorie Graham e J. K. Rowling”.
Come ti definiresti alla data di oggi?
“Un battitore libero, un indipendente che non è mai sceso a compromessi, un osservatore del mondo che non ha mai esposto bandiere, né simboli; non ho mai avuto tessere, né padroni da ossequiare, né pantofole da baciare”.
Mai pensato di fare politica?
“Ci hanno provato in molti a coinvolgermi, da destra a sinistra; ho sempre ringraziato per la cortese proposta, ma ho detto di no. Non è il mio mestiere, non sarei capace di farlo”.
Che rapporto hai con il tuo paese natale, Caprino Bergamasco?
“Lo porto nel cuore ogni giorno della mia vita, non lo dimentico mai. A Caprino sono cresciuto e ho trascorso gli anni più belli, quelli della scuola e della mia gioventù. I miei ricordi migliori sono là e vi resteranno per sempre”.
Che ricordo hai della gente di Caprino?
“Gente per bene, brave persone, grandi lavoratori, ottimi vicini di casa, gente onesta”.
Adesso vivi in Città Alta, ma torneresti di casa a Caprino?
“In futuro sì, mi piacerebbe. Oggi Caprino soffre di abbandono ed è un grande peccato, perché merita molto, rimane uno dei paesi più belli della bergamasca, una perla di rarissima bellezza”.
È vero che sei molto legato alla città di Assisi?
“Ho acquistato un attico in via Portica da dove si vede tutta la città. Ci vado spesso, è uno dei miei luoghi del cuore e dello spirito”.
Ti piace viaggiare?
“Mi piace l’Italia: viviamo in un Paese meraviglioso tutto da scoprire. Non amo invece andare all’estero, fatta eccezione per l’isola di Santorini che per me è casa”.
Niente aerei dunque?
“A dire il vero non ho mai capito per quale ragione si debbano fare ore di volo per andare a rinchiudersi nei villaggi vacanze disegnati con lo stampino dagli uomini del marketing”.
Che pensiero hai circa i social network?
“Se usati bene, sono una grande risorsa, un modo per rimanere in contatto, per confrontarsi e migliorare. Ognuno può curare la propria pagina con stile ed eleganza”.
Sei felice?
“Sì, molto. Vivo scrivendo romanzi e firmando documentari televisivi che ottengono un seguito mondiale, non saprei cosa desiderare di meglio”.
Pensi mai al passato?
“Ogni sera rivolgo una preghiera ai miei genitori e agli amici che hanno varcato la soglia dell’eternità. A loro devo il mio grazie e tutto il mio rispetto”.
E alle persone ancora in vita che hanno fatto parte del tuo passato?
“No, a loro mai. Sono molto sereno in tal senso, non trattengo chi è uscito dalla mia vita per le più svariate ragioni. Capita spesso che io non le riconosca nemmeno se le incontro dopo molti anni. Vivo il presente mentre progetto il futuro con passione ed entusiasmo”.
Se tornassi indietro, scriveresti gli stessi romanzi che hai già scritto?
“Sì, soprattutto il primo. Non cambierei nemmeno una virgola”.
E alle persone che lo hanno criticato cosa rispondi?
“Le ringrazio di vero cuore, poiché le loro critiche sono diventate virali via internet e questo mi ha permesso di vendere moltissimo e di guadagnare davvero tanto”.
Come hai festeggiato il traguardo delle 100.000 copie vendute?
“Per l’occasione Amazon Books ha realizzato un’edizione speciale del mio primo romanzo. Si tratta di una versione luxury, da collezione, con la copertina rigida, lucida, e una carta molto raffinata”.
Quando ti sei accorto che la tua vita artistica era cambiata?
“Tre anni fa, quando ho ceduto l’esclusiva ad Amazon Libri e i romanzi hanno iniziato a vendere come mai avevano fatto in precedenza. È stato un boom incredibile”.
Cosa fai nel tempo libero?
“Vado al cinema e a teatro, leggo moltissimo, guardo tanti documentari, vado a scuola di inglese tutti i giorni e ascolto musica da mattina a sera”.
Hai un cantante preferito?
“Mi piace moltissimo Annalisa. La trovo fine, elegante, ricercata, malinconica, romantica, raffinata, molto istruita e con un ottimo segno zodiacale: è del Leone, non so se rendo”.
Quale canzone di Annalisa ti rappresenta di più?
“Dieci è senza dubbio la canzone che mi descrive meglio”.
Ti piace anche ballare?
“Solo se il movimento è lento, poi chiamo un taxi …”
È vero che sei un amante della psicanalisi?
“Ci vado tutto l’anno una volta alla settimana senza smettere mai. È un percorso davvero affascinante e molto profondo che aiuta a migliorare e a crescere”.
Qual è la soddisfazione più bella che puoi vantare?
“Non sono mai stato raccomandato, né aiutato; ho sempre lavorato da solo. Non devo favori, né ringraziamenti a nessuno e questa è una soddisfazione impagabile”.
La riconoscenza, invece, a chi la devi?
“A mio papà Angelo che mi ha fatto studiare e mi ha permesso di essere un uomo libero e indipendente che non ha padroni da riverire”.
A chi dedichi questo successo?
“A mia moglie Orietta, la ragione per cui vivo. E a tutti coloro che ogni giorno lottano per difendere la libertà, la nostra memoria storica e la nostra cultura”.
Qual è la cosa più importante nella vita?
“Senza dubbio la salute, su questo non si discute. E la serenità dell’anima”.
Hai un motto o una filosofia che segui ogni giorno?
“Sono sempre stato un solitario, non ho mai avuto la compagnia. In passato ne soffrivo tantissimo, oggi la solitudine è la mia dimensione ideale. Sto solo il più possibile”.
Che genere di persone detesti?
“Quelle che vanno sempre a messa, poi ti girano le spalle quando hai bisogno di aiuto. Leggono in chiesa, cantano nel coro, insegnano catechismo, ma guai se gli tocchi un centesimo, ti rispondono che loro vanno a lavorare tutti i giorni per risparmiare”.
Ne hai conosciute tante di persone così?
“I nostri paesi di provincia ne sono pieni. Le vedi la domenica mattina vestite con l’abito buono, quello che usano solo per andare in chiesa. Del cristianesimo, però, non hanno capito un cazzo. Sanno le preghiere a memoria, ma dei testi non conoscono nulla”.
Quali persone invece apprezzi?
“Gli artisti, i visionari, gli spericolati, i folli, le persone libere dai condizionamenti sociali, quelle che sanno mettersi di continuo in discussione e non hanno paura di cambiare”.
Ci sono persone che ti fanno pena?
“Quelle che non hanno il coraggio di confrontarsi con me e per questo scappano, non si fanno trovare. Mi fanno una pena infinita, perché vivono di limiti psicologici e di condizionamenti sociali molto spesso ereditati dalla famiglia di origine da cui non sono mai riusciti a staccarsi”.
E persone che trovi ridicole?
“Ho sempre avuto un debole per i commerciali usciti dagli istituti tecnici che vanno a lavorare ogni giorno in giacca e cravatta. È più forte di me, li trovo buffissimi. Agli agenti immobiliari, poi, riservo la mia migliore ironia, sono i numeri uno in quanto a vestiario”.
Hai rimpianti?
“No, nessuno. E questo mi dà grande serenità. Rifarei per filo e per segno tutto quello che ho fatto, soprattutto nell’ambito artistico e letterario”.
Qualche rimorso?
“Di non avere iniziato a scrivere prima. È pur vero che la scrittura, se non è vita vissuta, se non è sofferenza, allora non è autentica”.
Cosa ti fa ridere oggi?
“Quello che ieri mi faceva piangere. E siccome nella vita ho pianto tantissimo, oggi mi concedo il lusso di ridere di tutto e di tutti, soprattutto della gente che si prende sul serio e va orgogliosa della targa che espone sulla porta dell’ufficio”.
La vita è una cosa seria?
“Ci hanno insegnato che nella vita bisogna lottare, così che la nostra lotta sia funzionale ai meccanismi della società, ma solo un utile idiota può accettare una logica del genere. La vita è un gioco che prima o poi finirà e come tale va vissuta: giocando”.
Cosa rappresenta il Natale per te?
“Una ricorrenza commerciale fondata sulla paranoia e sull’ipocrisia. Una festività che ha ben poco di religioso e nulla di evangelico. È lo specchio preciso della nostra società: liquida, ipocrita e consumistica”.
Niente Natale in famiglia dunque?
“La mia famiglia è mia moglie, lo passerò con lei. E dal momento che saremo solo in due, sarà il giorno più tranquillo e più rilassante dell’anno. Ho la fortuna immensa di non dover partecipare a raduni familiari o tavolate massacranti con i parenti acquisiti”.
E la corsa al regalo dell’ultimo minuto?
“La lascio volentieri ai sotto proletari del consumo che si vantano di spendere tutta la tredicesima. Io non ricevo regali e quindi non ne faccio se non a mia moglie”.
Cosa farai la notte di capodanno?
“Sarò in alta montagna con il camino acceso, le luci soffuse, la televisione spenta, e scriverò tutta la notte avvolto dal silenzio e dalla natura coperta di neve senza sentire i rumori del mondo che, lontano da me, farà baccano”.
Hai progetti per il 2026?
“Vorrei scrivere un nuovo romanzo e vivere il più possibile a contatto con la natura e con gli animali la cui compagnia preferisco a quella degli esseri umani”.
Hai deciso cosa farai da grande?
“Per adesso è presto, sono ancora piccolo per pensare al futuro, non ho ancora compiuto cinquant’anni, ma mi piacerebbe continuare a scrivere romanzi e documentari”.
Appuntamento dunque con Gianni Decimo su Amazon Books dove è possibile acquistare il suo nuovo romanzo e riceverlo a casa in poche ore e in tutta comodità; per chi la preferisse, è disponibile anche la versione ebook, così come quella Kindle. Tutte le opere dell’artista sono esclusiva del Gruppo Amazon Books.