La geografia delle disuguaglianze in Italia non è scritta nel destino. È quanto emerge dal secondo Rapporto Disuguaglianze di Fondazione Cariplo, presentato questa mattina alla Triennale di Milano nell’ambito dell’Esposizione Internazionale dedicata proprio al tema delle disparità sociali. L’indagine, condotta su oltre 1.200 giovani tra i 18 e i 45 anni, mette in luce come percorsi educativi mirati e reti di supporto territoriale possano compensare gli svantaggi di partenza, come la povertà, creando quello che il rapporto definisce “ecosistemi di opportunità”.
Il peso delle origini (e delle relazioni)
I dati fotografano un Paese dove le condizioni di nascita contano: solo il 54% degli intervistati ritiene che la propria situazione economica abbia favorito il percorso di crescita personale. Percentuali più alte riguardano invece la famiglia (63%), l’esperienza scolastica (65%) e la vita sociale (60%). La barriera economica resta il principale ostacolo per il 28% del campione, seguita dalle difficoltà relazionali (21%). Tuttavia, più di metà degli intervistati (52%) ha migliorato la propria condizione economica rispetto al punto di partenza, con una forbice significativa: il dato sale al 64% tra chi vive in contesti socialmente integrati e scende al 28% tra chi è isolato. Tra coloro che hanno affrontato difficoltà, il 52% ha ricevuto aiuto da figure di riferimento, prevalentemente amici (36%) e insegnanti (11%).
La comunità come infrastruttura sociale
Il rapporto identifica due fattori critici nel processo di mobilità sociale: il mentor, definito come “la scintilla che accende il potenziale individuale”, e la comunità, descritta come “l’ossigeno che lo mantiene vivo”. Dove esistono reti di fiducia e partecipazione, anche le fragilità economiche ed educative possono trasformarsi in leve di crescita. Sul piano educativo, il 62% del campione segnala progressi significativi, percentuale che arriva al 77% tra i più soddisfatti. Il 77% degli intervistati ha incontrato almeno un ostacolo nel proprio percorso di vita, quota che sale al 93% tra chi si dichiara insoddisfatto della propria situazione.
Alleanze contro povertà e disparità
“Dobbiamo domandarci se di fronte all’aumento delle disuguaglianze vogliamo e possiamo fare qualcosa”, ha dichiarato Giovanni Azzone, presidente di Fondazione Cariplo.
“Sulla volontà, da parte nostra non ci sono dubbi: gran parte delle attività di Fondazione Cariplo vanno nella direzione del contrasto a questo fenomeno. Non possiamo permettere differenze così ampie tra una parte di popolazione e un’altra.”
Azzone ha sottolineato l’importanza di interventi precoci e di una rete di supporto, aggiungendo:
“Il contrasto alle disuguaglianze crescenti è dunque un processo collettivo. Per questo Fondazione Cariplo si propone sempre di più come una piattaforma di relazioni e servizi.”
Elena Buscemi, presidente del Consiglio Comunale di Milano, ha commentato:
“Le disuguaglianze non sono un destino inevitabile: possono essere comprese e affrontate. Milano, con le sue contraddizioni e le sue energie, è il luogo dove ogni giorno proviamo a costruire fiducia e coesione, perché la fioritura del potenziale umano è una responsabilità collettiva.”