Marco Carnesecchi è un grande valore aggiunto per l’Atalanta. Il portiere della Dea è stato più volte decisivo, ma nelle ultime 24 ore si parla molto di lui per le dichiarazioni che ha rilasciato a Sky al termine di Cremonese-Atalanta 1-1 e che hanno causato la risposta di Juric.
Carnesecchi ha detto: «Finché hai questi ritmi non vai avanti, o ci diamo una svegliata o restiamo indietro. Dobbiamo andare più forte, non possiamo prendere gol alla prima occasione. Dobbiamo parlarne come squadra. Se qualcuno è stanco, deve alzare il braccio e dire “sono stanco, voglio riposare”. In campo si deve dare l’anima, io sono il primo a doverlo fare».
È importante sottolineare una cosa, o meglio, fare una differenziazione: quella tra contenuto e contesto. Nella sostanza, i concetti espressi da Carnesecchi sono una presa di coscienza importante, un invito a tutti ad alzare il livello delle prestazioni. A prendersi responsabilità. Concetti che mettono i giocatori davanti alla necessità di migliorare, di fare di più e meglio. Non un attacco al mister, non un sottintendere che il tecnico abbia delle responsabilità. Carnesecchi parlava di sé e dei compagni.
Di contro, il contesto – ovvero un’intervista televisiva – non è quello migliore. E, a ruota, anche la risposta di Juric non ha fatto che alimentare un confronto che nel chiuso dello spogliatoio sarebbe stato utile e molto apprezzato. Il primo passo per migliorare e risolvere i problemi è essere consapevoli degli stessi, sapere che i giocatori non sono soddisfatti di quello che si sta facendo è importante, ma alla fine quello che conta sono le prestazioni, non le dichiarazioni. Per fortuna si gioca subito. Quindi sotto con il lavoro.