Sarebbero entrati anche in un paio di case di via Ponchia a Monterosso, a Bergamo, i due ladri arrestati in Friuli dai carabinieri di Pordenone.
Ancora ricercati due sospettati
I colpi, come riportato oggi (mercoledì 5 novembre) da L’Eco di Bergamo, erano avvenuti a marzo 2024, compiuti insieme a dei complici (altri due soggetti sono tutt’ora ricercati). Fanno parte di una serie di tredici raid compiuti nel Nord Italia, di cui nove riusciti e quattro no, perché sorpresi dai proprietari o per aver fatto scattare l’allarme.
Gli uomini in manette, due albanesi, come gli altri che mancano all’appello sono senza fissa dimora, ma avevano una base nel Milanese. Uno di loro, 24enne, si trovava già nel carcere di Lodi, mentre un altro era in un’abitazione di Tradate, nel Varesotto, poiché ai domiciliari. I rimanenti due membri della banda, al momento, risultano irreperibili.
I colpi
Il 7 marzo dell’anno scorso, in via Ponchia i criminali erano penetrati in entrambe le case forzando la portafinestra del soggiorno, portandosi via gioielli e soldi. Dettaglio significativo, al figlio piccolo dei padroni di casa, in uno degli episodi, erano stati addirittura portati via i dieci euro che aveva messo da parte in cameretta e che gli erano stati dati come regalo.
Tutti i furti sono stati portati a termine tra il febbraio ed il marzo dell’anno scorso. Avevano interessato diverse province dell’Italia settentrionale, tra cui il nostro territorio, ma anche Pordenone, Udine, Venezia e Cremona. L’indagine dei militari e della Procura locale era partita da un colpo avvenuto a San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone, compiuto fuggendo a bordo di un’auto di grossa cilindrata, che era stata rubata in precedenza.
Seguendone le tracce, gli investigatori sono così giunti ai quattro personaggi, che agivano seguendo un modus operandi ben preciso. Rubavano auto sportive, veloci, a cui scambiavano anche più volte nella stessa serata le targhe con altre, pure in questo caso rubate. Comunicavano con walkie-talkie, entravano nelle case scavalcando cancelli e forzando i serramenti mentre uno di loro rimaneva nella vettura, a fare da palo. Una volta dentro, razziavano tutto: neanche i salvadanai dei bambini venivano risparmiati. Infine, caricavano il bottino in macchina e scappavano a forte velocità.
Forzato un posto di blocco
I colpi sono sempre avvenuti tra le 17 e le 20, orari in cui era più buio, anche per via del periodo, e approfittando della temporanea assenza dei proprietari delle case, che in molti casi si trovavano in luoghi piuttosto isolati. Come è avvenuto per le dimore di via Ponchia in città.
Una volta compiuti i crimini, i delinquenti tornavano alla loro base nel Milanese. In occasione di un controllo stradale a Crema, il gruppo aveva forzato un posto di blocco, rischiando di ferire gravemente o peggio sia i militari che i passanti. Per questo i suoi componenti, oltre che di furti in abitazione, sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale, così come di ricettazione di auto rubate e riciclaggio.