il comunicato

È finita tra Ivan Juric e l’Atalanta: ufficiale l’esonero del tecnico croato dopo cinque mesi

La società bergamasca ha reso nota la fine del rapporto professionale con il mister a seguito della pesante sconfitta per 3-0 subita in casa contro il Sassuolo

È finita tra Ivan Juric e l’Atalanta: ufficiale l’esonero del tecnico croato dopo cinque mesi

Era nell’aria da ore, adesso è arrivata anche l’ufficialità: Ivan Juric non è più l’allenatore dell’Atalanta. La società bergamasca ha comunicato l’esonero del tecnico croato sul proprio sito nel pomeriggio di oggi (lunedì 10 novembre), a seguito della pesante sconfitta per 3-0 subita in casa contro il Sassuolo.

Atalanta BC comunica che Ivan Jurić è stato sollevato dall’incarico di allenatore della Prima Squadra assieme ai suoi più stretti collaboratori, vale a dire Matteo Paro, Miguel Veloso, Paolo Barbero, Stjepan Ostojić e Michele Orecchio.

Atalanta BC ringrazia Ivan Jurić e il suo staff per l’impegno profuso, augurando loro il meglio per il futuro.

La decisione dopo una notte di riflessione

Dopo il disastroso ko casalingo contro i neroverdi, la famiglia Percassi si era presa una notte per riflettere sul futuro della panchina. Le ore sono trascorse tra valutazioni e confronti interni, ma alla fine è prevalsa la convinzione che fosse necessario un cambio di rotta immediato. La decisione è stata comunicata oggi, sfruttando la pausa per le Nazionali per gestire il passaggio di consegne.

Il bilancio di Juric sulla panchina nerazzurra è tutt’altro che lodevole: in 15 partite tra Serie A e Champions League ha collezionato appena 4 vittorie, 8 pareggi e 3 sconfitte, con una media punti in campionato di 1,18. In Serie A, dopo le prime 11 giornate, la squadra attualmente occupa la tredicesima posizione con 13 punti.

Un dato che fa ancora più impressione se confrontato con la scorsa stagione: a questo punto del campionato, l’Atalanta di Gasperini aveva 9 punti in più. Un crollo verticale che ha portato la Dea a una situazione di classifica impensabile solo pochi mesi fa, quando la squadra aveva chiuso al terzo posto conquistando la qualificazione in Champions League. Al posto di Juric, l’Atalanta ha scelto di puntare su Raffaele Palladino, ex Monza e Fiorentina. L’annuncio dovrebbe arrivare domani.

La crisi offensiva e i campanelli d’allarme

Le difficoltà non si sono limitate ai risultati. L’ultimo mese ha evidenziato una preoccupante sterilità offensiva: solo 4 gol segnati, una produzione che ha messo in luce problemi strutturali nel gioco della squadra. Le vittorie mancavano addirittura da fine settembre, con gli ultimi sette turni di campionato caratterizzati da 5 pareggi e 2 sconfitte.

Anche la vittoria di Marsiglia in Champions, arrivata al 90′ con un gol di Samardzic, aveva acceso più di un campanello d’allarme: un successo affidato all’estro individuale più che a una manovra corale, sintomo di una squadra che faticava a trovare un’identità di gioco chiara.

Non sono mancati episodi che hanno testimoniato il clima teso all’interno dello spogliatoio. A Marsiglia, il confronto animato a bordo campo tra Juric e Lookman aveva fatto discutere, con il nigeriano visibilmente contrariato per la sostituzione e l’intervento di de Roon necessario per placare gli animi.

Anche il botta e risposta con Carnesecchi dopo il pareggio con la Cremonese aveva evidenziato una dialettica difficile: il portiere aveva chiesto una “svegliata collettiva”, Juric lo aveva richiamato pubblicamente invitandolo a “parlare meno e pensare a parare”. Segnali di un gruppo che percepiva qualcosa che non andava e di un allenatore che faticava a trovare la chiave giusta.

Un contesto difficile

Va detto che Juric ha dovuto affrontare una situazione complicata: l’eredità pesante di Gasperini, una serie di infortuni a catena, equilibri di squadra alterati. Il suo approccio tattico ha faticato a integrarsi con una rosa abituata ad altri automatismi e riferimenti. I continui cambi di formazione hanno impedito alla squadra di ritrovare quelle sincronizzazioni che erano il dna del gioco nerazzurro.

L’Atalanta non può permettersi di navigare in acque così pericolose. Con una rosa di questo livello, trovarsi a lottare per non retrocedere è inaccettabile. Lo aveva detto chiaramente anche il co-chairman Steve Pagliuca qualche giorno fa: l’obiettivo deve essere uno dei primi quattro posti. Per arrivarci, serviva un’inversione di tendenza immediata.