Erano in oltre trecento, fuori dalla sede di Valbrembo di via Roma, per protestare contro le ventilate ipotesi di delocalizzazione della produzione di Evoca, azienda leader nel settore delle soluzioni per il caffè e il vending, e che negli stabilimenti di Mapello e Valbrembo occupa 950 dipendenti.
«Una partecipazione assolutamente importante, anche considerando che molti lavoratori sono ancora in Solidarietà e diversi impiegati lavorano in smart», dicono Teresa Cubello, Stefano Bucchioni e Emilio Lollio, che per Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil di Bergamo seguono la trattativa con l’azienda.
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Il rischio della delocalizzazione in Romania
«Chiediamo a gran voce risposte chiare e concrete sul futuro della società – continuano i sindacalisti -, con la quale sono già iniziati incontri, ma nell’ultima fase, a fronte di una situazione già compromessa, ci è giunta la notizia di azioni di esternalizzazione e di delocalizzazione di alcune attività produttive in Romania».
«La situazione ci preoccupa: a fine settembre scadranno gli ammortizzatori sociali e non abbiamo ancora risposte sul piano industriale. Evoca ci ha illustrato i dati di mercato: continuano a ripetere che i siti di Bergamo sono strategici, e che non rischiano, ma intanto portano via fasi di produzione senza dire quale prodotto sarà fatto in questi stabilimenti. Proseguiremo con le iniziative di lotta – concludono Cubello, Bucchioni e Lollio – fino a quando non ci sarà chiarezza».