Virgin innovativa, se fai un figlio puoi stare un anno a casa pagato
Non si costruisce un impero conosciuto in tutto il mondo solo a colpi di programmazione, ritmi di lavoro frenetici e calcolo del rischio. A volte occorre anche provare qualche strada innovativa, in primis per tutelare e valorizzare i propri dipendenti. Così Richard Branson, 65enne fondatore di Virgin Group, ha deciso di venire incontro ad alcuni dei suoi oltre 50mila lavoratori. L’azienda britannica infatti pagherà interamente un anno di congedo a coloro che sono diventati genitori, così i neopadri e le neomadri potranno mantenere il loro stipendio effettivo per i 12 mesi successivi alla nascita o all’adozione del bambino. Branson ha giustificato la scelta in questo modo: «Come padre e nonno di tre splendidi nipotini, so che c’è del magico nel primo anno di vita di un bambino ma so anche che il lavoro è duro».
Chi ne usufruirà. I dipendenti dell’azienda, nota in tutto il mondo in quanto proprietaria tra le altre cose di palestre, emittenti radio e compagnie aeree, potranno usufruire dei vantaggi a patto che siano stati assunti da almeno quattro anni. Quelli che lavorano in Virgin Group da meno di due anni invece avranno diritto al 25 percento dello stipendio per 52 settimane. Andando contro ad una recente legge sul congedo di maternità approvata in Gran Bretagna che permette a genitori di dividersi 50 settimane di congedo, 37 delle quali a paga ridotta. Al momento questo “esperimento” verrà concesso a 140 dipendenti del team Virgin Management di Londra e Ginevra, ovvero la parte della multinazionale che si occupa degli investimenti e della gestione del marchio, ma l’obiettivo è di estenderlo a tutta la struttura. Dopotutto, proprio come spiegato da Branson nel comunicato stampa, «se ci si prende cura dei dipendenti, loro si prenderanno cura del tuo business». Anche altri come Goldman Sachs e Vodafone hanno introdotto politiche a tutela dei neogenitori: la banca di Wall Street ha ampliato da due a quattro settimane il tempo di congedo per i neopapà, mentre la compagnia telefonica ha permesso alle neomamme di avere 16 settimane di maternità a stipendio pieno ed un reinserimento di 6 mesi part-time sempre a stipendio pieno.
L’altra “trovata” di Branson. Branson non è nuovo a queste idee che possano avvantaggiare i suoi dipendenti. Lo scorso settembre infatti, con lo slogan di «contano i risultati, non le ore in ufficio», aveva annunciato ufficialmente la messa in vigore della policy aziendale di ferie illimitate. Sostanzialmente ogni dipendente poteva decidere quando andare in vacanza e per quanto tempo, con un unico vero giudice di fatto: la propria coscienza “professionale”. Una responsabilizzazione totale del dipendente che prevede una sola condizione: «Lo faranno quando si sentono al 100 percento fiduciosi che la loro assenza non danneggerà il lavoro, e naturalmente nemmeno la loro carriera». L’idea venne a Branson confrontandosi con un amico che lavorava in Netflix dove, da qualche tempo, stavano notando una crescita della produttività aziendale che andava di paripasso con la politica di miglioramento delle condizioni lavorative. Appurato che una tal scelta poteva essere ampliata anche a Virgin, il magnate britannico concluse che in tal modo i dipendenti avrebbero più tempo per «la famiglia e per coltivare i propri interessi, perché un persona felice lavora meglio». Ora che anche a livello ufficiale ha deciso di tutelare la famiglia chissà quale potrà essere la nuova trovata di Branson.