In attesa dell’annuncio del nuovo allenatore, ovvero Raffaele Palladino (classe 1984), che sarà annunciato molto probabilmente oggi (11 novembre), dopo l’esonero di Juric resta una domanda: che Atalanta lascia il tecnico croato e prende in carico il nuovo allenatore?
Attenzione, non si parla di classifica, ma di valori espressi o ancora da esprimere, di giocatori da rilanciare e altri su cui puntare, di motivazioni di un gruppo che non può accettare di essere così lontano dalle posizioni che contano.
L’Atalanta ha una rosa forte e competitiva e lo scossone del cambio allenatore si spera possa resettare il software di squadra senza lasciare strascichi. Questo è un passaggio fondamentale, le scorie dei primi cinque mesi di stagione con Juric vanno spazzate via per ripartire con un nuovo allenatore. Quindi metodi, scelte, richieste e impostazione del lavoro diversi. Di positivo c’è che Palladino avrà già in testa la sua Atalanta, ha avuto tempo per studiarla e ora è chiamato a far fruttare al meglio i tanti giocatori che ha.
Il gruppo attuale, rispetto a quello di inizio stagione, ha in più ragazzi come Bernasconi e Ahanor, altri elementi con voglia di riscatto e altri ancora che erano considerati meno e che ora possono candidarsi ad avere più spazio.
Sul piano della manovra e delle scelte di campo, ci sono tante cose che si possono migliorare, così come in zona gol. Considerare – banalizzando – scarsi tutti i giocatori in rosa è sbagliato e troppo “facile” come conclusione. Giusto lavorare e pensare che c’è da fare meglio. Palladino deve arrivare dove Juric non è riuscito.