È un fenomeno partito sottotraccia, almeno per quanto ne capiscano i genitori. Dinosauri, unicorni, delfini, orsi, cavalli, pinguini, panda, koala, poi elfi, babbi Natale, finanche simpatici mostri. Da anni il cuore dei bambini batte forte quando si tratta delle penne colorate di Legami. Il marchio bergamasco ha scatenato un vero e proprio fervore collettivo – che quelli bravi chiamano hype – con le sue penne gel cancellabili.
I design sono infiniti, i piccoli collezionisti fanno a gara e le penne sono accompagnate da astucci coordinati, popolari quanto le matite stesse. Chi possiede tutti i modelli gode di un’alta reputazione. Si fanno scambi e regali.
Storia di successo
Il fenomeno delle penne è solo una delle tante vittorie che ha portando il brand da Bergamo al mondo. Tutto era partito da una semplice cinghia per legare i libri: così ventidue anni fa iniziava l’avventura di Legami, oggi marchio internazionale della cartoleria e del lifestyle, capace di trasformare appunto penne cancellabili – e tanti altri prodotti – in un vero fenomeno pop.
Un’idea nata nel 2003 dalla creatività di Alberto Fassi, allora giovane imprenditore con la passione per le cose belle e utili, diventata nel tempo una realtà industriale da record: quasi 250 milioni di euro di fatturato nell’anno fiscale chiuso a marzo 2025, con una crescita del 73% rispetto all’anno precedente. «Abbiamo raggiunto traguardi importanti, ma la sfida continua: puntiamo ai 300 milioni di vendite entro la fine di quest’anno», spiega Massimo Dell’Acqua, managing director dell’azienda, che oggi conta circa 1.400 dipendenti e una rete in continua espansione.
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Alberto Fassi
L’espansione
Dalla sede bergamasca il marchio color pastello si è allargato ben oltre i confini italiani: 146 boutique Legami già aperte (quattro in Spagna e sei in Francia), con l’obiettivo di arrivare a 180 punti vendita entro marzo 2026. A queste si aggiungono oltre 600 corner nei negozi partner, dalle librerie Feltrinelli e Mondadori ai giganti internazionali come Fnac, El Corte Inglés e la statunitense Barnes & Noble, che ha portato il brand bergamasco oltreoceano.
L’Italia resta il cuore pulsante del progetto – ancora oggi vale quasi il 50% del giro d’affari – ma la metà delle vendite arriva ormai dall’estero. Il successo ha anche cambiato la struttura societaria. Dopo l’ingresso, nel 2023, del fondo Dea Capital (oggi al 42% del capitale), Legami ha potuto accelerare la propria corsa globale. Il 54% resta nelle mani del fondatore Fassi, mentre il restante 4% è condiviso tra i manager Dell’Acqua e Giuseppe Soda.