un miracolo medico

Anna ha dei polmoni nuovi: la bambina di 9 anni con una rara forma di fibrosi è stata salvata al Papa Giovanni

A maggio la scoperta dei due organi devastati: una rarissima patologia e una cassa toracica malforme. A Bergamo realizzato l'impossibile

Anna ha dei polmoni nuovi: la bambina di 9 anni con una rara forma di fibrosi è stata salvata al Papa Giovanni

Finalmente Anna ha preso il primo respiro con i suoi nuovi polmoni, nella sala del Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Dopo mesi di attesa e paura, quella bambina di nove anni ce l’ha fatta: due polmoni nuovi, una vita nuova. Era arrivata al trapianto con pochissime possibilità, ma oggi sta bene, e si prepara a tornare a casa.

È cominciato con «Papà, non respiro bene»

Come riporta L’Eco di Bergamo, era tornata dal mare, come tante bambine della sua età, ma quel giorno qualcosa non andava: «Papà, non respiro bene», aveva detto. Nessuno poteva immaginare che dietro quella piccola preoccupazione ci fosse una malattia rarissima, una forma di fibrosi che lentamente distruggeva i polmoni.

Da lì è iniziato un lungo viaggio tra ospedali e visite, fino alla diagnosi arrivata al Salesi di Ancona, dove un medico intuì che solo un trapianto avrebbe potuto salvarla.

Così la famiglia è arrivata a Bergamo, al Papa Giovanni XXIII, uno dei pochissimi centri in Europa in grado di affrontare un caso così complicato.

Un mese appesa a una macchina

A maggio la situazione è precipitata. Anna non riusciva più a respirare da sola e i medici hanno deciso di collegarla all’Ecmo, la macchina che sostituisce cuore e polmoni. È rimasta così per più di un mese.

Come ha dichiarato Ezio Bonanomi, direttore della Terapia intensiva pediatrica del Papa Giovanni «Il problema, soprattutto per i bambini, è che questo approccio richiede una lunga anestesia generale. Dopo la primissima fase, abbiamo fatto una scelta abbastanza coraggiosa per l’età pediatrica, alleggerendo la sedazione in modo tale da consentirle di parlare, muoversi da seduta, fare delle piccole attività. Ciò è stato estremamente utile anche per il decorso post-operatorio, più rapido».

A settembre la buona notizia 

A fine settembre, dopo sei mesi in lista d’attesa, è arrivata la notizia di un donatore compatibile. In sala operatoria si sono alternate tre équipe chirurgiche per undici ore. L’intervento è stato tra i più complessi mai eseguiti su un bambino: oltre alla malattia, i chirurghi hanno infatti dovuto rimodellare la cassa toracica per far posto ai nuovi polmoni.

Dopo tre giorni Anna respirava da sola. Dopo cinque, i tubi erano solo un ricordo. I medici, stremati ma felici, hanno detto che non avevano mai visto una bambina così determinata e matura per la sua età.

Un grazie a Bergamo

Il papà racconta che a Bergamo ha trovato non solo un ospedale d’eccellenza, ma un mondo di umanità e solidarietà. Dai medici agli infermieri, fino ai volontari dell’associazione Amici della Pediatria, tutti hanno accompagnato la famiglia in questo percorso. «Immaginavo la Lombardia come un posto dove si corre sempre, invece qui abbiamo trovato un cuore grande», ha detto il genitore della piccola Anna.

«Quando si parla di donazione pediatrica, inevitabilmente in partenza c’è la tragedia di un bambino che si spegne. È un gesto preziosissimo quello dei genitori che pur in momenti così drammatici danno il consenso alla donazione: vuol dire offrire nuova vita a chi ne ha bisogno», ha dichiarato Domenico Pinelli, direttore della Chirurgia 3-Trapianti addominali, tra i pochissimi in Europa in grado di condurre interventi su tutti gli organi sia su adulti sia su bambini. Oggi, grazie a Bergamo, Anna sorride, gioca, respira come tutte le altra bambine.