Parole importanti

Luca Percassi sulla scelta e sull’esonero di Juric: «Mi prendo tutte le responsabilità»

La società si è fatta sentire sulle colonne di Gazzetta, Eco di Bergamo e Corriere attraverso le parole dell'amministratore delegato nerazzurro

Luca Percassi sulla scelta e sull’esonero di Juric: «Mi prendo tutte le responsabilità»

In attesa della presentazione di Palladino e dopo l’esonero di Juric, parla l’amministratore delegato dell’Atalanta Luca Percassi. Lo ha fatto a Gazzetta dello Sport, Eco di Bergamo e Corriere della Sera, le sue parole sono importanti perché toccano tanti temi del presente e del recente passato ovvero dalla separazione con Gasperini alla scelta di Juric e al successivo cambio con Palladino. Con alcuni concetti che escono molto forti: l’Atalanta, per bocca del suo Ad, si prende la responsabilità delle scelta (prima) e dell’esonero (poi), con l’auspicio che le cose possano presto migliorare. Perché la squadra c’è.

«Siamo abituati a lavorare molto e parlare poco – ha detto Luca Percassi -. Due giorni dopo la fine dello scorso campionato Gasperini ci ha detto che non avrebbe continuato e siamo rimasti spiazzati: da un mese, con lui, parlavamo di rinnovo e della nuova squadra». Dunque l’Atalanta, che a Gasperini aveva anche proposto un altro anno di contratto (fino al 2027) con 6 milioni netti d’ingaggio, ha scelto Juric. «Ci siamo mossi su di lui perché il direttore D’Amico, qui da 4 anni, aveva conoscenze pregresse avendo lavorato con il mister a Verona. Lo abbiamo scelto tutti, dopo diversi colloqui. Siamo rimasti nel nostro solco calcistico e anche con Palladino, che ha aspettato noi, la logica è quella».

Qualcuno aveva visto nella mossa Juric una volontà di ridimensionarsi ma l’Ad nerazzurro risponde con i numeri. «Una cessione, irrinunciabile, poi tanti investimenti (si parla di oltre 100 milioni, ndr). Parlano i fatti». Una scelta che, qualche mese dopo, è stata cancellata dall’ingaggio di Palladino, già in ballottaggio l’estate scorsa proprio con Juric. «Scelta dolorosa, ma è stato necessario intervenire: me ne prendo la responsabilità. In Europa la squadra ha fatto bene, in campionato invece no e dopo un momento in cui meritavamo più punti di quelli fatti, abbiamo visto un calo e un’involuzione preoccupanti. Non si è vista l’Atalanta che lotta».

Inevitabile, ora che il ribaltone è servito, ragionare anche sugli obiettivi. «Pensiamo che la squadra sia competitiva, sarà il campo a dirci che obiettivi la squadra costruirà: ci aspettiamo prestazioni che siano all’altezza. Ci siamo abituati all’Europa, ci teniamo così come alla Coppa Italia. I fischi con il Sassuolo? Legittimi, ci scusiamo con i tifosi perché l’Atalanta non ha fatto l’Atalanta. Non deve più succedere. Responsabilità della squadra? No, le responsabilità di questa situazione sono della società. Quando abbiamo deciso di cambiare, abbiamo anche ripensato alle valutazioni della rosa fatte in estate dallo stesso Palladino».

A proposito di Palladino, quasi coetaneo dell’Ad atalantino, Percassi ha fatto poche richieste ma precise. «Io voglio vedere l’Atalanta vera, una squadra che lotta. Quello che potrà fare lo vedremo, le sue squadre in passato hanno destato un’ottima impressione e credo che la scelta sia importante anche pensando al fatto che tendiamo sempre ad andare su figure, in campo e in panchina, che abbiano un percorso da ultimare e speriamo possano farlo qui. Sapevamo fosse complicato il dopo Gasperini ma la società ha il dovere di andare avanti e cercare di sbagliare il meno possibile. Adesso fiducia nella rosa e nel nuovo mister».